“La presa di coscienza della ministra
Beatrice Lorenzin in merito alle lacune della legge sulle Dat è davvero tardiva ed emblematica della situazione politica all’interno della maggioranza anche su argomenti che dovrebbero prescindere dalle appartenenze. Avevo posto, con la forza dei fatti e non della preclusione ideologica, il problema dell’assenza, nel testo di legge, di una norma chiara che disciplinasse l’obiezione di coscienza. Cosa che crea un vulnus nel rapporto medico-paziente e mette prepotentemente in discussione la deontologia medica, ponendo i presupposti per costosi e deleteri contenziosi e altro dolore nella vita delle persone già profondamente provate dalla malattia”. Lo dichiara in una nota il senatorie
Luigi d’Ambrosio Lettieri (Noi con l’Italia), componente Commissione Sanità del Senato.
D’Ambrosio Lettieri evidenzia di avere presentato, nel corso dell’iter della legge, “insieme ad altri colleghi, diversi emendamenti che avrebbero sciolto le ambiguità del testo, su cui ho votato contro e che ritengo assolutamente inadeguato, confuso sotto il profilo normativo e pericoloso per la deriva nichilista su cui è basato tutto l’impianto legislativo”.
“Mi auguro – conclude il senatore - che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rinvii la legge alle Camere, per chiudere quella che non ritengo una bella pagina di questa legislatura, perché questa legge sbandierata come una conquista di civiltà, in realtà porta con sé, nel metodo quanto nel merito, l’esatto contrario”.