Hanno affrontato insieme il tema delle cure e delle scelte di fine vita, lo hanno fatto in occasione del
4° congresso nazionale di Slow Medicine, al termine del quale tutti i soci hanno deciso di raccogliere un appello unanime: “approvare il disegno di legge sul testamento biologico, Disposizioni Anticipate di Trattamento”. All’incontro, che si svolto a Torino lo scorso 11 novembre, era presente anche
Mina Welby, presidente dell’Associazione Luca Coscioni.
“Il disegno di legge – si legge nell’appello - dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, a causa dell’ostruzionismo di alcune forze politiche, è stato fermo per quasi sei mesi in Commissione Igiene e Sanità, ed
ora è di nuovo bloccato in Senato in attesa del voto parlamentare. Sarebbe davvero una grande sconfitta se non venisse approvato in questa legislatura”.
Per Slow Medicine, con l’approvazione di questo disegno di legge,
ogni persona potrebbe godere del “diritto di essere informata sulle proprie condizioni di salute e di essere affiancata nel percorso decisionale”. Ancora si affermerebbe “il diritto, garantito dalla Costituzione, di accettare, rifiutare o interrompere qualsiasi trattamento sanitario, compresi gli ausili di sostegno vitale”. In ultimo, ogni individuo, spiega Slow Medicine avrebbe “la possibilità per ogni persona di redigere le proprie disposizioni anticipate di trattamento (testamento biologico) con valore vincolante per i professionisti sanitari”.
“
Dopo i casi Englaro, Welby, Fabiano, Nuvoli e migliaia di altri meno noti, ma altrettanto degni di considerazione, non è più ammissibile – hanno concluso i soci di Slow Medicine - che i cittadini italiani siano costretti a subire un’intollerabile intrusione nell’espressione più intima dei valori e dei sentimenti che contraddistinguono la persona e che ciascuno di noi non sia libero di decidere in modo autonomo e consapevole il comportamento da assumere nei confronti degli avvenimenti che precedono la propria morte”.