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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Governo e Parlamento

Legge Concorrenza. Chiné (Min. Salute) al seminario Fofi: “Troppi dubbi sulle farmacie. Chiederemo parere al Consiglio di Stato”

immagine 17 ottobre - Al seminario promosso ieri dalla Fofi, il capo di gabinetto del ministero della Salute ha spiegato che “ci stanno piovendo addosso un gran numero di quesiti interpretativi da parte delle Asl e dei farmacisti”. Il parere del Consiglio di Stato servirebbe a chiarire i dubbi e anche a prevenire eventuali contenziosi”. Giorni (Regioni): “Ecco la dimostrazione che parliamo di una legge mal fatta”. Da Fofi, Federfarma e Federfarma Servizi una dichiarazione di unità per il rilancio della professione contro la deriva capitalistica del sistema farmacia.
La Legge sulla Concorrenza 124/2017 “con pochi commi - solo 7 sono dedicati alle farmacie - innova il sistema e la cornice legislativa delle farmacie, che era molto antica. Tuttavia ci stanno ci stanno piovendo addosso un gran numero di quesiti interpretativi da parte delle Asl e dei farmacisti. Per questo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sta pensando di chiedere un parere al Consiglio di Stato. Il parere servirà a sciogliere i dubbi, a prevenire eventuali contenziosi o comunque a risolverli in fretta. I Tar, infatti, tenderanno a rifarsi al parere del Consiglio di Stato. O comunque sarà proprio il Consiglio di Stato a doversi pronunciare in caso di ricorso in appello, sulla base, ovviamente, del parere precedentemente espresso”.
 
È questo l’annuncio fatto ieri dal capo di Gabinetto del ministero della Salute, Giuseppe Chiné, nel corso del seminario promosso dalla Fofi al Senato sul tema “Legge sulla Concorrenza: società di capitali, professione e farmacia”.

L’apertura alle società di capitali per la titolarità delle farmacie è una delle principali novità della legge. Che tuttavia, ha spiegato Chiné, “apre molti quesiti. Tutte le società di capitali potranno essere titolari di farmacia? e cosa cambia per le società di persone?”. Il provvedimento, poi, prevede che non sarà necessario essere farmacisti per far parte delle società capitali: “Ma questo vale anche per le altre tipologie di società?”. E poi la questione del limite delle licenze e delle incompatibilità. Nonché il tetto, per le società di capitali, della titolalità del 20% delle farmacie esistenti nel territorio di una Regione che, “tuttavia - ha osservato Chiné - non esclude il rischio che una società di capitali, pur rispettando la soglia del 20% della titolarità delle farmacie di una Regione come il Lazio, possa avere la titolarità dell’80% delle farmacie a più alto fatturato di Roma. Quindi parliamo di un limite molto relativo”.

Si tratta di quesiti, ha spiegato Chiné, dalle cui interpretazioni “risentirà tantissimo l’applicazione della riforma”. In ogni caso, per il capo di Gabinetto del ministero della Salute, un parere del Consiglio di Stato non sarà sufficiente. “Ci sono aspetti che richiederanno nuovi interventi sulla cornice normativa che regola la gestione delle farmacie”. E cita “la possibilità, per un socio di società di capitali, di essere titolare di mille farmacie), contro la presenza di incompatibilità tra l’essere titolare di farmacia individuale e l’essere socio di società di persone. Che senso ha?”.

Chiné ha concluso il suo intervento esprimendo l'impegno del ministero della Salute a favore delle farmacie rurali: “Stiamo facendo una grande battaglia affinché quei presidi possano sopravvivere e crescere. Se la farmacia ha un futuro nel nostro Paese, e deve averlo, questo futuro passa necessariamente per la distribuzione capillare delle farmacie sul territorio. Questa è la grande forza delle sistema farmacia”.

Un intervento, quello di Chiné, che ha provocato la reazione di Loredano Giorni, responsabile assistenza farmaceutica della Direzione Sanità della Regione Piemonte, intervenuto in rappresentanza dell’assessore alla Salute del Piemonte e coordinatore degli assessori alla Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta. “Un parere del Consiglio di Stato? Se la legge fosse stata fatta bene, non ci sarebbe stato bisogno di alcun parere”, ha detto Giorni. Secondo il quale i peccati del legislatore non si limitano a questa nuova legge. “Si continua a interviene sulle questioni senza preoccuparsi del fatto che a dovere applicare quelle leggi - e a dovere far tornare i conti - sono le Regioni. La legge 124 ci è caduta addosso nel ben mezzo dello svolgimento delle procedure per l’apertura delle nuove farmacie previste dal concorso straordinario, ponendo non pochi problemi. Una legge che peraltro va integrata”.
 
Per Giorni , inoltre, “la complessità del nuovo aspetto societario” previsto per le farmacie “è grave, non porta alle finalità di qualità del servizio e non potrà che avere conseguenze con cui dovremo fare i conti”. Giorni ha quindi spiegato che le Regioni hanno chiesto al ministro della Salute interventi correttivi e anche presentato un documento, su cui aspettano di essere convocate.
 
Per Giorni , dunque, “una legge quadro va forse giustamente fatta, ma non per riordinare le incompatibilità del farmacista e cose simili, quanto per compiere una attenta valutazione sul contesto economico e sulla sostenibilità del sistema”. Il responsabile assistenza farmaceutica della Direzione Sanità della Regione Piemonte ha comunque espresso il suo personale impegno “a promuovere, se si ritiene utile, un incontro con la Fofi sugli aspetti professionali della legge. Ben venga ogni collaborazione e confronto”, ha detto.

Il seminario è quindi proseguito con gli interventi tecnici di Paola Castelli sugli aspetti societari e fiscali e con quello dell’avvocato Quintino Lombardo sugli aspetti giuridici. Lombardo, in particolare, ha invitato a non dimenticare che “il principio pro concorrenziale debba innestarsi saldamente sotto l’ombrello dell’articolo 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute”.

Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, e di Fedefarma Servizi, Antonello Mirone, hanno invece richiamato all’importanza per la categoria di essere unita e fare rete. “Il Ddl concorrenza – ha detto Cossolo – è una sfida. E come accade in tutti i cambiamenti, e questo è un cambiamento epocale, nessuno, neanche Federfarma, può pensare di rimanere uguale a ciò che era. Se lo facessimo, offiremmo le farmacie su un vassoio d’argento alle società di capitali. Dobbiamo cambiare, valorizzare la professione e combattere per la nostra indipendenza, ricordando bene, però, che essere indipendenti non significa essere isolati. Significa essere liberi. E per essere liberi dobbiamo essere in grado di garantire la sostenibilità economica della farmacie”.

Il presidente di Federfarma ha quindi evidenziato la necessità di “valorizzare le strutture di scopo di Federfarma, cioè Credifarma e Promofarma”, e di “fare sistema”. Su questo ultimo punto ha citato il progetto avviato con Federfarma Servizi, ma anche auspicato una stretta collaborazione con la Fofi.
 
Tra la Federazione degli Ordini dei Farmacisti, il sindacato dei titolari di farmacia e l'Associazione nazionale delle Aziende di distribuzione intermedia del farmaco dei titolari di farmacia è infatti iniziata una nuova era all'insegna della collaborazione e dell'unità di intenti. 

Questo anche perché, come affermato da Mirone, nell'attuale scenario “è necessario agire tempestivamente e in maniera coordinata” procedendo per “progettualità comuni che salvaguardino un modello di farmacia a tutela del cittadino”. “Professionalità”, per il presidente di Federfarma Servizi, è “la prima parola d’ordine” da tenere a mente. Poi “sostenibilità economica, senza la quale non saremo nelle condizioni di realizzare la nostra missione”. E ancora: “dobbiamo sempre più allontanarci dalla logica della distribuzione del prodotto per andare verso la logica della fornitura di un servizio farmaceutico che abbia al centro il prodotto, cioè il farmaco, ma tenga anche conto di tutto ciò che c’è intorno al prodotto: dall’aderenza terapeutica alla capacità professionale di legare il prodotto ad altri servizi nell’ambito di quanto previsto dalla farmacia dei servizi”. Ultima parola chiave, per Mirone, è “aggregazione. Dobbiamo smettere di credere che i colleghi siano nostri nemici e concorrenti e diventare una rete aggregata di farmacie”.

A tirare le conclusioni della mattina di lavori il presidente Fofi, senatore Andrea Mandelli, e il vicepresidente Fofi, senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri.

Mandelli ha accolto e rilanciato l'invito all'unità della categoria. “Per questo abbiamo invitato a questo seminario tutte le componenti della farmacia. Dobbiamo essere coesi se vogliamo rilanciare la nostra professione”. In questo ambito, secondo il presidente della Fofi, “l’essere riusciti, grazie a un emendamento a firma mia e di d’Ambrosio Lettieri, a far introdurre la possibilità, per le farmacie territoriali, di distribuire i farmaci innovativi, è un grande risultato e un punto di partenza nel processo di riilancio della professione”.

Il vicepresidente della Fofi, Luigi d’Ambrosio Lettieri, ha parlato di “sfida epocale imposta dall’ingresso dei capitali nella farmacie e da un assetto inedito” della farmacia. D’Ambrosio Lettieri ha accolto con favore l’intervento di Chiné, dal quale sarebbe emerso che, rispetto agli aspetti controversi del Ddl, “i perimetri sui quali si muove il ministero sono gli stessi individuati dalla Federazione”. Anche per il vicepresidente della Fofi, il Consiglio “sembra la strada migliore per affrontare questi temi e, in particolare, quello della contraddizione tra la concorrenza e il mercato e l’espulsione dal sistema di alcuni soggetti per incompatibilità”.

Per d’Ambrosio Lettieri la mattina di lavoro promossa dalla Fofi ha evidenziato anche un altro aspetto: “Non sempre il legislatore, con la legge, riesce a conseguire l’obiettivo che si era prefissato di realizzare, che deve essere di pubblica utilità. E mi sembra che dalle liberazioni di Bersani al Ddl Concorrenza questo obiettivo non sia stato centrato”. Per il senatore e vicepresidente della Fofi, quello della farmaceutica e della farmacia è un settore “delicato, che ha bisogno di essere normato”. Ma “non per imbrigliare la professione, quanto per garantire la tutela della salute pubblica. La mia sensazione è che la concorrenza tanto voluta, abbia in realtà prodotto una corsa al ribasso. Il servizio e la percezione sulla professione del farmacista ne ha risentito. Ed ora dobbiamo recuperare quel terreno perduto”.
17 ottobre 2017
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