“I punteggi assegnati alle regioni italiane dal Ministero della Salute in relazione ai dati 2015 sui livelli essenziali di assistenza ci consegnano un’Italia spaccata in due, dove risiedono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Praticamente tutte le regioni del Sud, ad eccezione della Basilicata, risultano inadempienti essendo al di sotto della soglia necessaria per garantire i Lea. Alcune regioni, come la Puglia, addirittura peggiorano, soprattutto in settori di particolare rilevanza come la copertura vaccinale, la prevenzione con gli screening oncologici e l’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera". Lo dichiara in una nota
Luigi d’Ambrosio Lettieri (Dit), componente Commissione Sanità Senato.
"Questo quadro disastroso rileva due facce della stessa medaglia: da una parte scopre il nervo dolente dei criteri di riparto delle risorse destinate al fsn e dei tagli lineari attuati negli ultimi anni senza soluzione di continuità. Servono risorse certe per garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale – laddove oggi abbiamo, appunto, una sanità a macchia di leopardo - nuovi Lea, farmaci innovativi, aggiornamenti contrattuali, assunzioni e alleggerire i cittadini, in particolare le fasce più deboli, di ticket e superticket insopportabili. Non è retorica se dico che la sostenibilità non può sottrarre diritto alla tutela della salute. D’altronde, sono anche la superficialità e l’assenza di lungimiranza e programmazione nell’affrontare i nodi che investono la governance dell’intero sistema - compresi i criteri di riparto del fondo sanitario nazionale, nonché i meccanismi che consentono alle regioni a statuto speciale di sfilarsi dal contributo alla finanza pubblica - a fare la loro parte. Anche da qui deriva il taglio di 422 milioni di euro al fsn di cui dovranno farsi carico le regioni ordinarie nel 2017, non avendo le speciali accettato i tagli corrispondenti della legge di stabilità 2016", prosegue.
"E infatti, l’altra faccia della medaglia riguarda una universalità del servizio sanitario profondamente pregiudicata da gravi deficit metodologici di governance e di competenza. Occorre anche una riflessione seria sul modello regionale. Alcune regioni in forte difficoltà anche a causa di cattiva gestione politico-amministrativa, non riescono da tempo a governare la riorganizzazione dei sistemi sanitari locali e sommergono di tasse i cittadini a fronte di servizi totalmente inadeguati, costringendo gli operatori sanitari a lavorare in condizioni di estremo disagio. È evidente come sia assolutamente urgente un intervento credibile che tenga conto di tutti i fattori in campo”, conclude D'Ambrosio Lettieri.