In tutto il mondo obesità e diabete, soprattutto di tipo 2, sono in preoccupante aumento. In Italia i dati Istat 2009 hanno indicato una prevalenza del diabete diagnosticato del 4,8%, che aumenta con l’età raggiungendo il 18,9% negli anziani over 75. “Complessivamente sono almeno 3 milioni gli italiani che soffrono di diabete e circa 1 milione le persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza. Tutto questo ha pesato, nel corso del 2010, per il 10-15% sui costi dell’assistenza sanitaria nazionale, facendo registrare più di 70 mila ricoveri per complicanze del diabete quali ictus cerebrale, infarto del miocardio, insufficienza renale, retinopatia diabetica, amputazione degli arti inferiori”. Così ha illustrato la situazione il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, aprendo i lavori del convegno dal titolo “Appropriatezza clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione, diagnosi e terapia dell’obesità e del diabete mellito”, in occasione della presentazione del decimo volume della collana “Quaderni del ministero della Salute”.
Altro dato preoccupante segnalato dal ministro Fazio, è stato quello relativo all’obesità infantile, anche considerato il legame tra questo fattore e il diabete, tanto da far coniare il termne "diabesity". Oltre l’80% dei diabetici è infatti obeso.
“Siamo molto preoccupati – ha detto il ministro – perché il 35% dei bambini italiani, dunque circa 1 milione, è obeso o in sovrappeso”. Una situazione, questa, che può “causare conseguenze gravi”, ma che “non è omogenea su tutto il territorio nazionale”. La situazione che emerge dai dati “fa saltare all’occhio le differenze tra regioni come la Valle D'Aosta, dove si è registrata una percentuale di bimbi obesi o in sovrappeso del 23%, e regioni come la Campania, dove le percentuali salgono fino al 49%”. Per arginare il fenomeno risultano essere “prioritari gli stili di vita e l'attività fisica – ha precisato Fazio - ma nelle scuole italiane ultimamente c'è stato un regresso sotto questo aspetto”. “All'estero – ha concluso - ci sono i Campus che offrono all’interno delle loro strutture diverse possibilità di praticare sport, promuovendo queste attività, mentre nelle scuole italiane non si fa abbastanza attività fisica, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno”.
Nell'ambito del convegno, infine, è stata avanzata dalla Società italiana di Diabetologia (Sid) la proposta di un nuovo modello assistenziale per far fronte all’"epidemia". Gli esperti della Sid hanno suggerito di sfruttare la rete dei Centri diabetologici già capillarmente distribuiti su tutto il territorio nazionale, per trasformarli in Strutture assistenziali per le malattie metaboliche e il diabete. “Tali strutture – ha osservatro Gabriele Riccardi, presidente Sid –, ciascuna delle quali dovrebbe rivolgersi ad un bacino di utenza di almeno 100 mila abitanti, saranno in grado di offrire, non solo alle persone con diabete ma a tutti i cittadini che hanno problemi di obesità, consulenze nutrizionali, interventi per l’educazione all’esercizio fisico e cure di primo livello”.