"Prima di tutto voglio esprimere vicinanza alla collega di Catania: questa vicenda non può che suscitare un sentimento di indignazione e di amarezza per ciò che sta accadendo. Sono già troppi gli episodi di tale gravità e segno di una certa disattenzione o sottovalutazione istituzionale: ad oggi non è stato fatto niente in concreto rispetto alla necessità di prevenire questo tipo di situazioni. E anche determinati referenti di settore non hanno usato tutte le energie di cui dispongono per tenere alta la guardia. Oltre tutto va considerato che i ‘camici rosa’ nel servizio di guardia medica sono in maggioranza, visto che sempre più donne abbracciano questa professione: ciò rende ancor più urgente intervenire".
Così il presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri,
Giuseppe Lavra, intervistato dall'agenzia Dire sui recenti fatti di violenza che hanno interessato i medici.
L'Ordine della Capitale, il più numeroso d'Italia con i suoi ben oltre 40 mila iscritti, già in passato sia era mosso ripetutamente per affrontare il problema della sicurezza, firmando anche un protocollo con la Questura di Roma per garantire all'interno dei Pronto soccorso la possibilità di allertare più tempestivamente le forze dell'ordine. Oggi bisogna fare un altro passo avanti.
"Una delle cause scatenanti è da rintracciare nel crescente disordine sociale- ha spiegato Lavra- ed è necessario che chi ha i mezzi e i poteri per affrontare e risolvere alla radice le situazioni più critiche, formulando decisioni concrete, prenda atto che abbiamo già sorpassato il limite: la pentola bolle un po’ ovunque. È una situazione paragonabile alle zone a rischio sismico: tutti sappiamo il pericolo esistente ma non mettiamo in campo nessuna soluzione preventiva, tranne poi versare lacrime di coccodrillo. Ma nel caso di specie la soluzione è più a portata di mano. C'è un problema di distrazione da parte di chi ha le competenze più dirette e delle organizzazioni di settore. Non si può continuare a lasciare allo sbando questi colleghi, che poi in prevalenza sono appunto donne. Voglio ricordare che i medici sono servitori dei cittadini per conto dello Stato. Quindi come Omceo Roma, che è un organo ausiliario dello Stato, rivolgo un appello istituzionale direttamente al Ministro dell'Interno, Marco Minniti, il quale sta dimostrando di essere molto concreto sul tema della sicurezza, affinché intervenga davvero tempestivamente per garantire l'incolumità dei nostri colleghi che operano in strutture e servizi a rischio".
In campo c'è una proposta della Fnomceo condivisa: utilizzare come postazioni di guardia medica locali delle stesse stazioni dei Carabinieri e della Polizia di Stato. Inoltre le postazioni di guardia medica, laddove è possibile, debbono essere inserite nei presidi sanitari rigorosamente garantiti e tutelati dalle forze dell'ordine. "Queste sono le soluzioni che come Ordine di Roma indichiamo. In ogni caso bisogna garantire e mettere in sicurezza l'incolumità delle colleghe e dei colleghi che operano in questi presidi. Bisogna garantire anche la sicurezza quando i colleghi devono operare in mobilità nel territorio perché non siano esposti ad atti di violenza".
Intanto arriveranno nei presidi gli ispettori inviati dal ministero della Salute per capire quali sono le singole situazioni. "Credo non sia più il tempo delle parole e anche in questo condivido la Presidente Chersevani, adesso ci vogliono soluzioni concrete - ha concluso Lavra - A che servono gli ispettori? Lo dico con molto rispetto. Il problema ormai è troppo ricorrente e siamo in grave, pericoloso, ritardo: non si può più rimandare una soluzione concreta e strutturale, urge che ci si attivi subito e fattivamente, mi auguro sinceramente che questo orribile fatto sia l'ultimo vergognoso episodio di cronaca".
Fonte: Agenzia Dire