“Stiamo valutando con attenzione le ricadute sull’organizzazione dei servizi e sugli effetti finanziari derivanti dall’applicazione del decreto governativo”. Ad annunciarlo è l’assessore veneto alla sanità,
Luca Coletto, all’indomani dell’entrata in vigore del decreto legge che ha reso obbligatorie 12 vaccinazioni per i bambini/ragazzi tra gli 0 e i 16 anni, in tutto il territorio regionale.
“Non condivido, comunque, il regime sanzionatorio previsto – prosegue il responsabile delle politiche sanitarie del Veneto - né l’aver trasformato in emergenza nazionale e indistinta solo alcune criticità epidemiologiche, come la diffusione del morbillo. Non si può certo affermare che oggi in Italia il tetano o la poliomielite rappresentino una emergenza sanitaria”.
“Aver generalizzato in modo indistinto e subitaneo l’obbligo coercitivo alle vaccinazioni – secondo Coletto - metterà a rischio i bambini più fragili e, soprattutto, sottrarrà risorse e operatori sanitari alle altre campagne di prevenzione, non meno indispensabili, come gli screening oncologici, la prevenzione del diabete o delle cardiopatìe, patologie che sono responsabili del 70 per cento della spesa sanitaria”.
“Mi sembra che l’emotività abbia prevalso sul buon senso e sull’impegno lungimirante di chi ha sempre investito, e non da ieri, nell’informazione e nella sensibilizzazione della popolazione, ottenendo ottimi risultati, come in Veneto, dove il tasso di copertura vaccinale è da due anni stabile al 92 per cento”, prosegue l’assessore.
“Da 10 anni in Veneto vacciniamo su base volontaria, cioè consapevole – conclude Coletto - creando così una cultura della prevenzione e della vaccinazione che rappresenta il miglior contrasto alla ‘fake-news’ e ai movimenti antivaccinisti”.