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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

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Reazione avverse ai vaccini. Aifa pubblica i dati 2014/2015. In totale 12.645 segnalazioni di sospette reazioni avverse, comprese 78 morti sospette. Ma per nessun caso di decesso è stata rilevata correlazione con la vaccinazione

immagine 1 giugno - Dopo le polemiche di queste settimane su dossier segreti e dati nascosti, l’Aifa scioglie ogni dubbio e pubblica il report sulla sorveglianza post marketing dei vaccini nel biennio 2014/2015. Un rapporto dettagliato che analizza ogni tipo di segnalazione (divise tra fatali, gravi e non gravi) per regione, età e tipologia di vaccino. Nel 2014 le segnalazioni sono state 48,9 ogni 100 mila dosi di vaccino e nel 2015 solo 18,8 su 100mila vaccini. IL RAPPORTO INTEGRALE.
Alla data del 31 dicembre 2016 le segnalazioni avverse a vaccini, con insorgenza nel 2014, sono state 8.873 (18% del totale delle segnalazioni a farmaci e vaccini) e corrispondenti a un tasso di 48,9 segnalazioni per 100.000 dosi, mentre le segnalazioni relative al 2015 sono state 3.772 (9% del totale), con un tasso di 18,8 per 100.000 dosi.
 
Le segnalazioni di sospetta reazione avversa con esito fatale sono state 69 (pari allo 0,8% del totale) nel 2014, scese a 9 casi (pari allo 0,2%) nel 2015.
 
Le segnalazioni “gravi” sono state 871 (pari al 9,8% del totale) nel 2014 e 526 (pari allo 13,9%) nel 2015.
 
Le segnalazioni “non gravi” sono quindi la maggioranza. Sono state infatti l’87,9% del totale delle segnalazioni nel 2014 e l’84,1% nel 2014.
 
Questi, in estrema sintesi, i dati contenuti nel Rapporto di sorveglianza post marketing dei vaccini, riferito al biennio 2014/2015 pubblicato oggi dall'Aifa.
 
Va sottolineato che la segnalazione non rappresenta di per sé una prova di correlazione tra la reazione avversa e la vaccinazione. “Le reazioni avverse segnalate attraverso i sistemi di vigilanza passiva – spiega il report Aifa - rappresentano dei sospetti e non la certezza di una relazione causale tra prodotto medicinale (vaccino) somministrato ed evento avverso”.
 
“Infatti – sottolinea ancora Aifa - alcuni eventi possono essere interpretati come reazioni avverse perché si manifestano in coincidenza temporale con la vaccinazione.
 
Una distinzione molto importante soprattutto quando si parla di reazioni sospette con esiti fatali e quindi la morte del paziente vaccinato.
 
Provare la correlazione in questi casi è fondamentale e infatti il report Aifa analizza ogni singolo caso riportando un quadro dettagliato per i due anni esaminati (vedi sotto) dal quale emerge che per nessuna delle 69 morti del 2014 e delle 9 del 2015 è stato riscontrato un legame diretto e comprovato tra decesso e vaccinazione.
 
In particolare, esaminando i 69 casi di morte sospetta del 2014, si rileva che 67 di queste sono riferite ad anziani di età compresa tra 67 e 95 anni, con età media 83 anni (31 di sesso maschile e 36 di sesso femminile) e 2 riferite invece a bambini di 2 e 3 mesi, entrambi vaccinati con esavalente e antipneumococco 13.
 
Dei 67 decessi nella popolazione adulta, in un caso il farmaco sospetto è il vaccino antipneumococco, nei restanti è un vaccino antinfluenzale.
 
Per ognuno dei casi fatali è stata effettuata una valutazione del nesso di causalità utilizzando l'algoritmo del OMS con le seguenti conclusioni: 43 su 66 casi sono risultati non-correlabili con la vaccinazione per la presenza di cause alternative che giustificano e spiegano l’evento; in 19 casi, l’evento è inclassificabile dal momento che non sono disponibili sufficienti informazioni; 4 casi sono stati definiti come indeterminati per mancanza di prove definitive.
 
Di seguito la descrizione del caso che coinvolge un vaccino diverso dall'antinfluenzale ed i due casi pediatrici del 2014 (per i riferimenti ai vaccini antinfluenzali vedi rapporto integrale allegato):
 
Caso fatale n 1: paziente di 91 anni era affetto da scompenso cardiaco congestizio, cardiopatia ipertensiva, fibrillazione atriale, portatore di pace-maker per blocco AV totale adulto vaccinato con Prevenar 13. La causa di morte è stata aritmia extrasistolica da scompenso cardiaco, reazione che è risultata indeterminata alla valutazione del nesso di causalità.
 
Caso fatale n 2: si tratta di una sospetta SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante), verificatasi in un bambino di due mesi, nato alla 30° settimana con insufficienza respiratoria ed ittero. Per la profilassi delle apnee del pretermine è stata somministrata caffeina per tre settimane e palivizumab in singola dose per la prevenzione dell'infezione da virus respiratorio sinciziale. Il decesso è avvenuto circa sei ore dopo la somministrazione della prima dose di Infanrix Hexa e di Prevenar 13.
 
La scheda di segnalazione di sospetta reazione avversa è stata successivamente aggiornata con il referto dell’accertamento medico-legale (riscontro diagnostico autoptico) che ha evidenziato una enterite emorragica e una anemia acuta poliviscerale con riscontro di rotavirus nelle feci per cui non risulta essere stato vaccinato.
 
È stata disposta la valutazione ad hoc con protocollo specifico per la SIDS/SUD da parte del Gruppo Regionale dei Patologi referenti per i casi di morte improvvisa nei bambini 0-2 anni che concludevano per assenza di nesso causale con la recente vaccinazione.
 
Caso fatale n 3: si tratta di una sospetta SIDS in un bambina prematura di 34 settimane vaccinata con Infanrix Hexa e Prevenar 13, il caso si è verificato nel 2014 ma la segnalazione è stata ricevuta nel 2016. La morte in ospedale non è stata ritenuta correlata alla vaccinazione quindi il caso non è stato segnalato nel 2014 e la segnalazione è stata fatta successivamente dalla Ditta. Il decesso è avvenuto una settimana dopo la vaccinazione.
 
Nella scheda di segnalazione è riportato: arresto cardiocircolatorio da sospetta verosimile SIDS ma non è stato possibile reperire ulteriori informazioni. La SIDS, conosciuta anche come morte in culla, è una delle più frequenti cause di morte nel primo anno di vita con un’incidenza stimata di un caso ogni 700/1000 bambini nati vivi. Diversi studi condotti negli anni scorsi hanno dimostrato che non esiste alcuna relazione causale tra l’esposizione ai vaccini e la SIDS e che l’incidenza della SIDS è la stessa sia in presenza che in assenza di vaccinazione4-6 .
 
Il fatto che una SIDS si possa verificare a breve distanza dalla vaccinazione non implica quindi alcun rapporto di causa effetto. Sul tema, negli anni scorsi, sono stati pubblicati due ampi studi condotti rispettivamente in Italia (studio Hera)7 e in Germania (studio Token)8 . Lo studio Hera ha valutato il rischio di morte improvvisa dopo vaccinazione nei bambini nati dal 1999 al 2004 (circa 3 milioni di bambini) e non ha riscontrato una possibile relazione causale tra i vaccini somministrati e l’insorgenza di morti improvvise.
 
Per l’anno 2015 sono stati segnalati 9 casi ad esito fatale, 6 adulti (in tutti i casi il vaccino sospetto è un antinfluenzale) tra 77 e 92 anni e tre bambini (2 mesi, 2 mesi e 13 anni).
Nel 2015 il numero di decessi in seguito a vaccinazione antinfluenzale si è drasticamente ridotto rispetto alla stagione 2014/2015, tornando come ordine di grandezza alle stagioni precedenti: sono state segnalate 6 sospette reazioni avverse con esito fatale dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale, in 5 di questi casi il nesso di causalità non supporta una relazione di causa effetto (non correlabile) ed un caso è indeterminato per mancanza di prove definitive.
 
Di seguito la descrizione dei tre casi pediatrici del 2015:
 
Caso fatale n 1: decesso di un ragazzo di 13 anni per sepsi da meningococco C in soggetto vaccinato otto anni prima con vaccino singolo antimeningocco C.
 
La protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di questa tipologia di vaccino, secondo quanto riportano i dati di letteratura scientifica, può determinare una riduzione a 3-5 anni del titolo anticorpale battericida; gli studi pubblicati finora hanno preso in considerazione una durata massima di follow up di 5 anni. Di conseguenza, non si può parlare propriamente di fallimento vaccinale.
 
Caso fatale n 2: neonato di 11 settimane vaccinato con Bexsero otto giorni prima. Al momento del ricovero il paziente si presentava in condizioni cliniche generali scadenti. Un campione di sangue ha consentito di accertare una setticemia da Neisseria Meningitis sierogruppo B. Il decesso del neonato si è verificato per le conseguenze della setticemia. La segnalazione presenta le caratteristiche di un evento correlato solo dal punto di vista cronologico.
 
Il vaccino in questione, per le modalità di produzione (tecnica di reverse vaccinology) non contiene né il batterio vivo né il batterio ucciso. Il periodo di incubazione del meningococco B (da 2 a 10 giorni) giustificherebbe un’infezione precedente alla vaccinazione che comunque è stata effettuata con un intervallo troppo breve per aver determinato la risposta immunitaria. Pertanto, attraverso l'applicazione dell'algoritmo dell'OMS per il causality assessment, la relazione causale tra la vaccinazione e decesso è da considerare non correlabile e la patologia insorta è attribuibile a pregressa infezione e non a fallimento vaccinale.
 
Caso fatale n 3: neonato di 11 settimane, nato pretermine a 33 settimane, con sequestro polmonare e malformazione già diagnosticata in utero tramite ecografia con stenosi aortica dalla nascita, ipertrofia e sovraccarico ventricolare sinistro. Vaccinato con Infanrix Hexa, Prevenar 13 e Rotarix, in quanto soggetto ad alto rischio, dopo 9 giorni dalla vaccinazione insorgeva dispnea grave, con frequenza cardiaca di 220 bpm ed si verificava il decesso dopo 7 ore dal ricovero. Attraverso l'applicazione dell'algoritmo dell'OMS, il decesso è da considerarsi non correlabile alla vaccinazione per presenza di altre cause note.
 

 

 

1 giugno 2017
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