“Chiediamo l’attivazione delle 240 Breast Unit prevista dalla legge che Governo e Parlamento Italiano, d’intesa con le Regioni, avevano promesso alle donne italiane entro il 2016”.
Questo l’appello lanciato alla Presidente della Camera,
Laura Boldrini,
Paola Binetti (Udc) e
Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna in rappresentanza delle 102 associazioni affiliate nel corso dell’incontro “
Il tempo è scaduto - Breast Unit in tutta Italia” organizzato a Montecitorio nella Sala della Lupa e promosso dalla Presidente della Camera.
“Ad oggi – ha sottolineato la Presidente di Europa Donna – solo un numero limitato delle Breast Unit previste è stato istituito e solo in 8 regioni del nord e del centro Italia. Si tratta di una grave discriminazione dei diritti delle donne malate e non malate in Italia”.
Eppure come evidenziato da
Corrado Tinterri, Direttore della Brest Unit dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano “l’implementazione dello screening come previsto dalle Breast Unit su un arco di 10 anni avrebbe impedito la morte di 48mila donne con carcinoma mammario”.
Europa Donna e le 102 associazioni affiliate hanno quindi chiesto a tutte le parlamentari italiane e in particolare a quante aderiscono all’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità di fare fronte comune perché la legge diventi realtà in tutta Italia agendo sia a livello nazionale sia a livello locale ciascuna nel proprio collegio di riferimento”.
“Il tempo è scaduto – ha aggiunto D’Antona – auspichiamo che dopo la giornata di oggi nasca una nuova coalizione di donne (ma anche uomini, perché no) parlamentari, deputate e senatrici, per un intervento concreto e risoluto per la piena applicazione della legge sulle Breast Unit da qui a due anni e per un monitoraggio serrato dell’attività delle Regioni anche grazie alla collaborazione del Ministero della Salute”.
“Parlando di pari opportunità – ha concluso – non c’è diritto più importante di quello alla Salute. Oggi per l’inerzia e l’inefficienza di pochi, troppe donne perdono o perderanno anni di vita per un’assistenza inadeguata o comunque non all’altezza degli standard delle Breast Unit che hanno dimostrato di garantire una sopravvivenza maggiore del 18% ed una migliore qualità della vita”.