Le Regioni hanno ufficializzato i loro candidati alla presidenza Aifa il 10 marzo scorso. Ma non hanno puntato su un solo nome, ma su una terna, pur facendo trasparire la loro preferenza per uno dei tre:
Giuseppe Remuzzi, Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII (ex Ospedali Riuniti) di Bergamo e coordinatore delle ricerche del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare "Aldo e Cele Daccò” dell’Istituto Mario Negri (
vedi curriculum).
Gli altri due nomi proposti dalle Regioni sono quello di
Stefano Vella, Direttore del Centro GLOB - Centro nazionale salute globale dell’Istituto superiore di sanità (
vedi curriculum) e quello di
Carlo Gaudio, già ora in Aifa come membro del Cda dell'Agenzia. Gaudio è Ordinario di Cardiologia alla Sapienza di Roma, dove è anche Direttore del Dipartimento Cuore e Grossi Vasi “A. Reale e Direttore Struttura Complessa di Cardiologia e Angiologia (
vedi curriculum).
Di Remuzzi, fin dall’ottobre scorso quando per la prima volta uscì il suo nome dopo le dimissioni di
Pani dalla direzione e l’incarico a
Melazzini, si parla di conflitto di interessi per il suo ruolo al Mario Negri e ne è tornato a parlare nei giorni scorsi il quotidiano
Libero. Un conflitto che evidentemente non è considerato però tale dalle Regioni che continuano a ritenerlo il più adatto a quell’incarico. E nemmeno da
Lorenzin, che non ha mai fatto mistero della stima per l’eminente ricercatore.
Su Gaudio, invece, è esploso quasi subito un altro tipo di polemica: quello del “chi c’è dietro” che oggi ha trovato sulle colonne di
Repubblica un’autorevole ufficializzazione dei precedenti boatos apparsi sul web e su qualche giornale meno griffato: dietro Gaudio ci starebbe niente di meno che il ministro per lo Sport (renziano doc e in questo periodo al centro dello scandalo Consip)
Luca Lotti e in più anche
Denis Verdini.
“Leggo che starei discutendo con i presidenti delle Regioni nomine legate all'Aifa. Come noto la scelta dei vertici di Aifa dipende dal ministro della Salute, non da quello dello Sport. Comprendo ogni tipo di polemica, specie in questo periodo, ma invito tutti a rispettare le competenze dei singoli ministeri”, dichiara dopo l’uscita di
Repubblica il ministro Lotti, gettando acqua sul fuoco della polemica che resta comunque alta.
E così la palla torna alla ministra della Salute alla quale spetta comunque di fare il decreto di nomina, pur se previa intesa in Stato-Regioni. Che farà la ministra? E se alla fine scegliesse di puntare su
Stefano Vella, fin qui silente e probabilmente anche stupito di essere entrato in questo tritacarne di nomine?