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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Governo e Parlamento

Epatite C. Lorenzin conferma la linea Melazzini: “Un prezzo ‘etico’ per i farmaci. Ma non escludiamo nessuna opzione per attuare il piano di eradicazione”

immagine 15 marzo - "L'Aifa, dal prossimo mese, attiverà i nuovi registri di monitoraggio per i farmaci anti-Epatite C, sulla base dei nuovi e ben più ampi criteri di accesso previsti dal nuovo Piano di eradicazione dell’infezione, la cui attuazione consentirà di trattare ogni anno circa 80.000 pazienti, con l’obiettivo di giungere, in pochi anni, ad una completa eradicazione". Ma e se non bastasse qualsiasi opzione resta aperta. Così la ministra della Salute al question time sollecitato dal PD.
"L'Aifa dal prossimo mese di aprile, attiverà i nuovi registri di monitoraggio per i farmaci anti-Epatite C, sulla base dei nuovi e ben più ampi criteri di accesso previsti dal nuovo Piano di eradicazione dell’infezione da HCV; un Piano, la cui attuazione consentirà di trattare efficacemente, ogni anno, circa 80.000 pazienti affetti da Epatite C e che, anche grazie all’incremento del numero dei Centri abilitati alla somministrazione dei nuovi medicinali antivirali (che passeranno dagli attuali 226 a 273), contribuirà alla progressiva riduzione dell’incidenza dell’infezione, con l’obiettivo di giungere, in pochi anni, ad una completa eradicazione della malattia. Ma perché questo obiettivo possa essere concretamente raggiunto è necessario che il prezzo di rimborso di questi farmaci, posto a carico della finanza pubblica, sia un prezzo, per così dire etico".
 
Così la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta nel pomeriggio in Aula alla Camera per rispondere al question time sul tema presentato a prima firma dalla capogruppo Pd in commissione Affari sociali, Donata Lenzi.
 
Cosa si intenda per "prezzo etico" è spiegato subito dopo così dalla stessa ministra: "Con 'rprezzo eutico' intendo un prezzo che, pur traducendosi nella giusta remunerazione per le aziende farmaceutiche produttrici, sia sostenibile finanziariamente da un Paese che, come l’Italia, ha oltre un milione di soggetti affetti da questa malattia. Ed è proprio per pervenire a questo 'prezzo etico' che l’Aifa sta definendo, in queste settimane, le procedure di rinegoziazione del prezzo di rimborso con le aziende produttrici dei farmaci antivirali; contrattazioni che, in alcuni casi, sono già state concluse".
 
Lorenzin non chiude però le porte all'opzione di ricorrere alla clausola dell’emergenza nazionale per motivi di salute pubblica, già evocata nelle scorse settimane dal Direttore generale dell'Aifa Mario Melazzini, grazie alla quale si potrebbe bypassare la copertura brevettuale e avviare una produzione in proprio di questi farmaci. "In questa vicenda nessuno strumento a disposizione del nostro Paese è fuori dal nostro orientamento", ha concluso la ministra.
 
“Il ministro Lorenzin ha assicurato che è in corso la rinegoziazione tra Aifa e case farmaceutiche per l’impiego dei nuovi farmaci contro l’epatite C. Siamo molto soddisfatte, visti i prezzi proibitivi che hanno indotto molti pazienti a recarsi all’estero per ottenere i medicinali prodotti in alcuni Paesi attorno ad un costo di 600 euro. Siamo anche preoccupate perché la rinegoziazione deve avvenire intorno a questo prezzo, mentre abbiamo letto sulla stampa cifre ben più elevate (7000 euro!) che non avrebbero ragion d’essere”. Questa la replica di Donata Lenzi e Margherita Miotto, deputate del Pd, e firmatarie dell'interrogazione, le quali ricordano che “il Piano di eradicazione dell’epatite C”, annunciato qualche giorno fa dal direttore di Aifa, Mario Melazzini, prevede di trattare circa 240mila persone in tre anni, grazie allo stanziamento totale di un miliardo e mezzo di euro deciso alla fine dello scorso anno dal Governo".
 
"Con i nuovi criteri indicati dall’Agenzia, quasi tutti i malati, anche i tanti asintomatici potrebbero essere curati, mentre, in base al vecchio accordo, siglato con Gilead e altre aziende fornitrici dall’allora direttore di Aifa Luca Pani, è stato possibile trattare solo 65mila pazienti affetti da epatite C, scelti in base a condizioni di gravità, a un costo medio di circa 14mila euro a paziente - costo che aveva impedito l’allargamento della platea. Basti pensare che, se il costo per il primo paziente trattato si aggirava intorno a 40 mila euro, il cinquantamillesimo paziente è costato circa 3400 euro; i costi fissi sono così ampiamente ammortizzati e pertanto la base di trattativa più ragionevole secondo noi è di 3400 euro. A tutt’oggi proseguono i negoziati con le aziende farmaceutiche per la determinazione del prezzo di acquisto a carico del Ssn: noi crediamo che a questo punto di possa andare ad una gara aperta, senza nessuna secretazione, per garantire prezzi più convenienti e cure adeguate per i malati”, concludono le due deputate dem.
15 marzo 2017
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