“La nutrizione parenterale domiciliare sia inserita nei Lea. Grazie a questa terapia si può evitare il protrarsi dell’ospedalizzazione, si facilita la reintegrazione familiare, sociale, scolastica e lavorativa del malato e si riduce anche la spesa sanitaria regionale e nazionale”.
È questa la richiesta chiara e forte rivolta ai senatori della Commissione Igiene e Sanità da
Elisabetta Iannelli Segretario Generale della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e dal Direttore
Laura Del Campo ricevute oggi dalla Presidente
Emilia De Biase insieme alle senatrici
Nerina Dirindin, Manuela Granaiola, Donatella Mattesini, Annalisa Silvestro e al senatore Amedeo Bianco.
“Ad oggi – hanno spiegato le rappresentanti di Favo – sebbene la nutrizione parenterale domiciliare sia universalmente riconosciuta come terapia salvavita, non è inclusa nei Lea ed è erogata con inaccettabili difformità regionali. Eppure è supportata da evidenze scientifiche in termini di benefici clinici di sicurezza e di sostenibilità economica ed è inserita in tutte le linee guida nazionali ed internazionali. Inoltre, hanno aggiunto, questa terapia evita il protrarsi dell’ospedalizzazione e facilita la reintegrazione familiare, sociale, scolastica e lavorativa del malato riducendo sensibilmente la spesa sanitaria regionale e nazionale”.
Non solo, nel corso dell'audizione in commissione, Favo ha illustrato anche la “
Carta dei diritti del paziente oncologico all’appropriato e tempestivo supporto nutrizionale”, realizzata dalla Federazione insieme all’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Società Italiana di Nutrizione e Metabolismo (Sinpe). La Carta è un decalogo che illustra, in modo semplice ed immediatamente comprensibile, ai malati oncologici i corretti principi in tema di nutrizione. L’obiettivo è di fornire informazioni ai pazienti ed ai loro famigliari sull’alimentazione e sul diritto a ricevere corrette prescrizioni nutrizionali durante tutto il percorso terapeutico oncologico.