Soppressione degli articoli che riguardano l’allargamento della libera professione, evitare una invasione di campo da parte dell’amministrazione centrale nelle competenze regionali che viola il titolo V della Costituzione. Questo è in sostanza quello che ieri, i due assessori regionali alla sanità, del Veneto Luca Coletto e della Toscana Daniela Scaramuccia, hanno chiesto ai membri della XII commissione Affari sociali della Camera che, nell’ambito dell’esame del nuovo testo unificato sul governo clinico, ha svolto un’audizione informale con i rappresentanti delle Autonomie.
La delegazione delle Regioni ha illustrato alla Commissione proposte di modifica sottolineando che va evitata una “invasione”' di campo da parte dell’amministrazione centrale nelle competenze regionali. In particolar modo sulla questione dell’intramoenia gli assessori hanno sottolineato come il suo allargamento “non tiene conto, tra le altre cose, degli investimenti regionali”.
L’estensore del nuovo testo unificato, Domenico Di Virgilio Pdl, assente all’audizione in quanto relatore di un altro testo “caldo” quello sul testamento biologico, ha ribadito comunque l’intenzione di arrivare ad una legge che detti “principi fondamentali nel campo della sanità”. Principi che secondo Di Virgilio possono essere riassunti in: “lo Stato non può abdicare al compito di ridare ruolo ai medici, omogeneizzare l’età pensionabile, far trionfare la meritocrazia nelle nomine limitando la discrezionalità che oggi hanno i direttori generali”.