La sanità pagherà pegno. Del resto le indiscrezioni della scorsa settimana lo avevano paventato. E molte delle cose che abbiamo scritto sembrano aver trovato posto nella manovra da 43 miliardi spalmati da qui al 2014 che il Governo si accinge a varare nel Consiglio dei ministri di giovedì prossimo.
Nei servizi qui sotto troverete specifiche notizie sui singoli aspetti che abbiamo messo on line via che si veniva a conoscenza del contenuto della bozza del provvedimento.
Non c’è quindi ancora nulla di ufficiale e alcune o molte delle cose che leggerete potrebbero poi non trovar posto nel testo definitivo.
Ma vale la pena analizzare quanto fino ad ora siamo riusciti a sapere.
Ticket
Potrebbe essere la vera partita su cui si gioca, anche a livello di opinione pubblica, questa parte della manovra. Tolto il ticket nazionale sulle ricette per le prestazioni specialistiche e diagnostiche con la franchigia di 36,15 euro, mai eliminato, gli altri ticket, dopo la tabula rasa del 2000 ad opera dell’allora ministro della Salute Umberto Veronesi, erano stati reintrodotti ma solo a livello locale (
vedi nostro speciale ticket).
Ora, se il testo della bozza sarà confermato, potrebbe riaprirsi la partita della compartecipazione alla spesa sanitaria che sembrava, almeno a livello nazionale, chiusa per sempre.
Si prevedono infatti nuovi ticket sui farmaci e su altre prestazioni sanitarie non ancora definite, la fine della copertura del ticket di 10 euro sulle visite specialistiche e la diagnostica che nel 2007 il governo Prodi aveva introdotto ad adiuvandum della franchigia di 36,15 euro e che, a furor di popolo, fu costretto subito a congelare garantendo la copertura del mancato gettito (834 milioni l’anno) alle Regioni. Sarà ancora così fino a dicembre 2011 (nella manovra dovrebbe infatti esserci anche il finanziamento dei 486,5 milioni mancanti all’appello richiesti più volte dalle Regioni che si sono viste coperte solo fino a maggio), ma poi, dal 2012 niente più copertura e quindi o le Regioni coprono con altre misure o con risorse proprie, oppure la “tassa” di 10 euro arriverà.
Farmaci
Il tetto di spesa della territoriale (canale farmacia) sarà abbassato dall’attuale 13,3 al 12,5 a partire dal 2013. Per farlo le Regioni saranno incentivate ad adottare le migliori performance prescrittive nel settore dei farmaci equivalenti così come previsto del resto dalla manovra 2010. L’obiettivo è quindi di aumentare di molto la quota di generici prescritti così da rendere possibile la riduzione del tetto complessivo della fascia A a carico del Ssn.
Prezzi di riferimento
Dovrebbero poi arrivare prezzi di riferimento per le gare di acquisto dei beni e servizi sanitari, a partire dai dispositivi medici e dai farmaci ospedalieri, ma anche per le altre forniture sanitarie e non. Obiettivo è chiaramente quello di abbassare la spesa di questa voce che ha fatto registrare un tasso di incremento annuo tra i più elevati della sanità.
Un taglio alle restrizioni per l'accesso alle professioni
Qualcuno sta gridando all’abolizione degli Ordini professionali. In realtà la norma, così come riportata nella bozza, sembrerebbe puntare più all’eliminazione di lacci e lacciuoli per l’accesso e l’esercizio delle professioni, escludendo da tale liberalizzazione solo poche categorie: architetti, ingegneri, avvocati, notai, farmacisti, autotrasportatori.
La norma lasciava in realtà adito a molte interpretazioni, compresa quella, paventata in particolare dall’Ordine dei giornalisti, di una vera e propria eliminazione degli Ordini professionali, esclusi quelli afferenti alle citate categorie.
Ma per il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco, da noi interpellato, questo rischio appare poco verosimile anche se è chiaro che occorrerà vigilare sull’esatta portata del provvedimento.
Pubblico impiego
La bozza del decreto presenta alcune ambiguità in merito all'esclusione o meno della sanità dalle misure riguardanti il pubblico impiego. In particolare si tratta del blocco del turn over e dei contratti fino al 2014. Ebbene se in un comma si chiarisce che tali misure, se adottate dal regolamento previsto dal decreto stesso, dovranno essere applicate sia al personale dipendente del Ssn che a quello convenzionato con lo stesso, in un altro punto del decreto si palesa una possibile esclusione della sanità dallìapplicazione diretta di tali misure.
In realtà i boatos indicano che, al di là degli equivoci lessicali, la sanità dovrà fare la sua parte anche in questo settore.