“Il caso di
Pasqualino Rossi, assegnato lo scorso anno dal ministero della Salute alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, non può chiudersi senza che vengano date risposte chiare e definitive. Risposte necessarie affinché non rimanga nell'opinione pubblica la sensazione che questo dirigente del ministero, in virtù delle ottime relazioni intrattenute in passato con le lobby del farmaco, di cui avrebbe tutelato gli interessi, sia stato addirittura promosso e trasferito a Bruxelles. Vale a dire, quella che è la capitale del lobbysmo europeo. Al ministro Lorenzin, che ha la responsabilità di questa scelta, chiediamo quali siano stati iter, criteri e requisiti, per la selezione e designazione del dirigente per l’incarico presso la rappresentanza. Della vicenda che coinvolge Pasqualino Rossi il ministro ne deve rendere conto, senza trincerarsi dietro la prescrizione: c'è un'opportunità politica che va oltre quella giudiziaria”. Così i deputati del M5S nell'interrogazione a prima firma
Andrea Vallascas.
“Interpelliamo il ministro per chiederle anche di verificare, se vi siano stati comportamenti omissivi o inosservanze nelle procedure di designazione del dirigente e quali siano gli orientamenti del Governo in merito alla vicenda. Ricordiamo che la Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea costituisce la più importante struttura di tutela dell’Italia in Europa. Lì, dalla fine del 2015, lavora anche Pasqualino Rossi, dirigente di fascia A del ministero della Salute che nel 2008 fu coinvolto in una vicenda giudiziaria. A quel tempo, Rossi rivestiva il ruolo di dirigente dell’Aifa e fu sottoposto ad arresto dal procuratore di Torino
Raffaele Guariniello. Le accuse erano molto forti: Guariniello evidenziò da parte del dirigente una 'totale assenza' di 'interesse per la tutela della salute pubblica'", si spiega nell'interrogazione.
"Secondo l’accusa inoltre - proseguono i deputati pentastellati - Rossi avrebbe passato 'informazioni riservate agli informatori farmaceutici e agevolato le pratiche per l’approvazione dei farmaci in commercio'. Questa attività sarebbe stata ricompensata con denaro e regali e ieri sera, nell’ambito della trasmissione televisiva Report, è stato mostrato un video dei Nas nel quale veniva mostrato il presento passaggio di mano di una bustarella da parte di un dirigente di una società farmaceutica a Rossi. Il Tribunale di Roma nel settembre del 2015 ha emesso la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Rossi e di tutti gli imputati”.
“Prescrizione appunto – dichiara Vallascas -, a fronte di un presunto caso di corruzione estremamente grave. Ciò nonostante la carriera da Dirigente di Rossi è proseguita all’interno del ministero e, a fine del 2015, ha dato al disponibilità per essere assegnato alla sede della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, per la quale non era l’unico candidato in lizza. Molto semplicemente, Beatrice Lorenzin deve delle spiegazioni”.
Un'unteriore interrogazione sulla vicenda è stata presentata da Si-Sel. "L’inchiesta di Report di ieri dal titolo 'Disonore al merito' su chi rappresenta l’Italia in Europa, ha raccontato agli italiani che il ministero della Salute ha affidato al dott. Pasqualino Rossi l'incarico di rappresentare l’Italia a Bruxelles nella tutela della sicurezza alimentare e della sanità animale. Peccato che il dott. Rossi nel 2008, in veste di dirigente dell’Aifa, venne arrestato dall’allora procuratore di Torino Dott. Guariniello, insieme ad altri funzionari pubblici e dirigenti di società di intermediazione nel settore farmaceutico, con l’accusa di corruzione. Processo chiuso nel 2015 con la prescrizione dei reati". Lo afferma
Marisa Nicchi (Si-Sel), componente della commissione Sanità di Montecitorio che sul caso ha presentato un'interrogazione alla ministra Lorenzin.
"Dall’inchiesta emerge il ritratto di un funzionario pubblico alla continua ricerca di soldi, per mantenere un tenore di vita al di sopra delle sue possibilità, denuncia la deputata di Sinistra Italiana. Nonostante questo la ministra Lorenzin lo ha scelto per rappresentare il nostro Paese a Bruxelles. A rendere la cosa ancora più grave e per certi versi surreale, è che la scelta sarebbe caduta su di lui perché al momento della decisione la ministra non conosceva la sua storia giudiziaria. Cara ministra ritiene sia opportuno che a rappresentarci in Europa sia un dirigente con un passato così? Non sarebbe il caso, venuta a conoscenza della storia precedente, rimuoverlo dall’incarico?", conclude Nicchi.
Sulla vicenda è intervenuto anche l'Idv. "Nella puntata della trasmissione Report, andata in onda ieri sera, anch'io, come la conduttrice Milena Gabanelli e come milioni telespettatori, mi sono chiesta: dove sono onestà, competenza e meritocrazia? Mi riferisco al caso del dirigente del Ministero della Salute, Pasqualino Rossi, incaricato dall'inizio del 2016 della nostra sicurezza alimentare, dei farmaci e della salute veterinaria", dichiarano i senatori dell'Idv,
Alessandra Bencini, e
Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Sanità.
"La ricostruzione dell'inchiesta televisiva - continuano Bencini e Romani - fa emergere la figura di un funzionario pubblico con pesanti vicende giudiziarie alle spalle risalenti a quando era dirigente all'Aifa. Il Tribunale di Roma, nel settembre 2015, senza arrivare al giudizio di primo grado, emise a suo carico la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di tutti gli imputati in un processo che lo vedeva coinvolto per aver passato informazioni riservate agli informatori farmaceutici e aver agevolato le pratiche per l'approvazione di farmaci in commercio. La Ministra Lorenzin e i suoi direttori generali hanno dichiarato che, al momento della scelta, non conoscevano la sua storia".
"Come è possibile non effettuare alcun controllo e verifica su coloro che sono candidati ad assumere determinati ruoli e funzioni? Anche a voler considerare l'intervenuta prescrizione del reato di corruzione, non possono non considerarsi le dichiarazioni/ammissioni, provenienti dallo stesso dirigente Rossi, circa le generose donazioni ricevute. Oggi la Ministra è stata chiamata in causa in Aula su altri importanti fronti riguardanti sempre i collaboratori di cui si è avvalsa. Le consiglierei - concludono i senatori Idv - per non far perdere ulteriore credibilità alle istituzioni, di utilizzare in futuro persone competenti, incensurate, oneste e con un alto senso di responsabilità e dello Stato, tutti presupposti fondamentali per poter operare nel pubblico impiego".