Il servizio sanitario italiano è terzo al mondo per efficienza. A renderlo noto è l’agenzia americana Bloomberg: prima di noi solo Singapore e Hong Kong. Eppure la strada da fare per una sanità sostenibile è ancora lunga. E le tematiche da affrontare non mancano. Dai nuovi modelli organizzativi, all’approvvigionamento dei dispositivi, fino alla cura del paziente, espressa in termini di accessibilità e qualità degli esiti. Necessità che, tradotte in territorio, prevenzione e innovazione tecnologica rappresentano le direttrici per governare e reingegnerizzare il Sistema Sanitario Nazionale.
Proprio su questi focus è stato promosso l’incontro “Un nuovo welfare in sanità: tavolo di confronto tra gli operatori del settore delle life sciences medical technologies” che ha visto gli attori del settore, le istituzioni, insieme ad accademici, ricercatori scientifici, stakeholder confrontarsi non solo su termini economici ma su modelli pratici e azioni misurabili volti al raggiungimento di tre punti cardine: finanziamento della spesa per medical devices correlato strettamente al fabbisogno; allocazione delle risorse basata sull’utilizzo di reali strumenti di misurazione di efficacia dell’intervento sanitario considerato, e infine la trasparenza e certezza delle regole, basate su di una efficace programmazione e su principi di contabilità sanitaria comprensivi di più riparti di spesa.
Ad aprire il lavori
Federico Gelli, Responsabile Sanità del PD, e parte della Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati che ha sottolineato “La nuova direttiva europea in materia di appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi sottolinea la necessità, per le Pubbliche Amministrazioni, di disporre di maggiore flessibilità nella scelta di procedure d’appalto che prevedono l’uso della negoziazione” ha spiegato. E ancora “La sfida che viene lanciata dall'Europa richiede un importante cambiamento di mentalità: passare da una Pubblica Amministrazione a cui viene richiesto di conoscere perfettamente il bene o il servizio oggetto d’acquisto, ad una che deve fare del dialogo uno degli strumenti più preziosi nelle sue procedure di acquisto mostrando capacità e volontà di abbandonare percorsi farraginosi per sceglierne finalmente altri snelli e per questo sicuramente più produttivi”. “Innovazione e digitalizzazione ricoprono un ruolo chiave nel processo di efficientamento e monitoraggio della spesa” e ha concluso Gelli “la sfida della sostenibilità del Ssn potrà essere vinta attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie, e soprattutto, ricorrendo ad una raccolta rigorosa e certificata dei dati di strutture e prestazioni al fine di far emergere possibili criticità ed elaborare possibili soluzioni condivise da mettere in campo”.
Tra gli attori promotori del tavolo
Marco Campione, Presidente e AD GE Healthcare Italia, che ha ricordato “Oggi più che mai sono necessari sistemi di valorizzazione dell’innovazione che possano incidere positivamente sul conto economico delle strutture sanitarie. Decine di migliaia di apparecchiature elettromedicali hanno ormai raggiunto la soglia dei dieci anni di utilizzo, con costi abbondantemente ammortizzati, prestazioni obsolete, spese di manutenzione crescenti, tempi di esame crescenti e rischi clinici in aumento. È ormai indispensabile tornare a vedere gli investimenti in innovazione non come un fattore di costo ma al contrario come un alleato per ridurre sprechi e inefficienze e migliorare la qualità del servizio e delle cure, premiando l’innovazione con sistemi di rimborsabilità per chi investe nella salute dei cittadini e dei pazienti. Sarebbero loro, infatti, i principali beneficiari dell’introduzione di tecnologie in grado di garantire diagnosi precoci e mirate, ridurre i tempi delle liste d’attesa, migliorare la qualità dell’assistenza e ridurne i costi”.
Anche
Luciano Frattini, AD e Presidente Medtronic Italia, ha fatto presente che “Così come nella farmaceutica, l'innovazione tecnologica porta nei nostri ospedali tecnologie e terapie sempre più sofisticate, che permettono la cura di pazienti fino a quel momento considerati ad alto rischio, se non addirittura non operabili. Tali tecnologie spesso significano anche riduzione dei tempi di intervento e soprattutto di degenza, con benefici sia per i pazienti (riduzione di rischi e di disagi), che per l'amministrazione (riduzione costi di intervento e tempi di degenza)". "E' importante - prosegue Frattini - che il Sistema Sanitario preveda un adeguato percorso di introduzione governata dell'innovazione tecnologica, attraverso sistemi di valutazione clinico-economica di cui possano beneficiare tutte le Regioni italiane, così da proteggere e garantire uno dei pilastri più importanti del nostro SSN, l'universalità, evitando pericolose e ingiuste disparità di trattamento sul territorio”.
Tra i protagonisti del tavolo di confronto
Giorgio Milesi, VP Developed Markets South Europe Johnson & Johnson Medical, che nel suo intervento ha evidenziato “il settore della salute sta affrontando un momento critico, in termini generali ma soprattutto economici. È necessario che l’industria e tutti gli attori del sistema convergano per porre in essere una volta per tutte quelle iniziative che consentono al sistema di migliorare l’offerta, mantenere alta la qualità delle prestazioni e generare realmente i risparmi desiderati. La tecnologia oggi consente di coniugare gli obiettivi di salute con l’efficienza e il risparmio: un esempio di applicazione virtuoso della tecnologia è nella lotta alle infezioni ospedaliere che costituiscono una grande sfida ai sistemi di salute pubblica, poiché incidono sulla vita dei pazienti, rappresentano un fonte di spesa per il servizio sanitario nazionale e sono indicatori della qualità del servizio offerto ai pazienti ricoverati. Un altro esempio è rappresentato dall’utilizzo della chirurgia laparoscopica per il trattamento chirurgico dei tumori che in Italia è meno diffuso rispetto a tutti i paesi europei pur consentendo di migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre i costi di ricovero e uso di farmaci analgesici. Dobbiamo convincerci che un modello di sanità più efficiente e sostenibile non è un’utopia, ma per poterlo realizzare è necessario investire in innovazione, puntare sulla qualità, implementare strategie e progetti mirati all’ottimizzazione dei processi interni alle strutture ospedaliere o alla concentrazione delle procedure in centri di eccellenza. Non dobbiamo dimenticare che la situazione che viviamo oggi è il risultato di decisioni e azioni intraprese nel corso degli anni e che la nostra generazione ha oggi la responsabilità di decisioni che peseranno sul futuro del nostro paese e sulla salute dei nostri cittadini per gli anni a venire”.