“Eliminare le diseguaglianze di Salute, create da una non equa distribuzione delle risorse che – penalizzando in particolar modo le Regioni del Sud – ha portato ad avere 21 Sistemi Sanitari diversi”. È questo l’obiettivo di un Ordine del giorno, approvato a maggioranza dal Consiglio Nazionale della Fnomceo, riunitosi l'8 e 9 luglio a Roma, che ha dato mandato al Presidente e al Comitato Centrale di “sollecitare il Governo e le Regioni a rivedere i criteri e i meccanismi di distribuzione delle risorse sull’intero territorio nazionale per garantire il diritto alla Salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.
I medici tornano quindi a dire "basta" a Governo e Regioni dopo la mobilitazione dello scorso novembre.
“Al Sud purtroppo si muore di più e si vive meno in salute – spiega
Filippo Anelli, promotore, insieme a molti Presidenti degli Ordini meridionali, dell’Ordine del giorno -. E a dirlo non siamo solo noi, ma i rapporti dell’Istat, del Censis, gli studi Eurocare, la stessa Corte dei Conti. Questo deriva da una serie di carenze strutturali e organizzative che hanno portato a una caduta drammatica delle condizioni della nostra Sanità”.
Due le richieste e gli auspici del Consiglio Nazionale: “Un aumento del finanziamento del SSN adeguato e coerente con le sue finalità istitutive e una sua equa ripartizione in Sanità”.
In che modo? “Attraverso una revisione dei criteri di attribuzione delle risorse, in nome e in coerenza con l’articolo 3 della Costituzione italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini”. E questo, secondo il Consiglio Nazionale, non può che avvenire con una ridefinizione dei parametri di attribuzione del fondo sanitario, che tenga in considerazione “fattori socio-economici come la povertà e la scarsa consapevolezza culturale o le condizioni ambientali”.
“Gli attuali criteri di ripartizione del fondo – conclude Anelli – devono essere rivisti per consentire una standardizzazione del sistema, superando il divario che separa le Regioni del Sud dal resto d’Italia”.