Aumentano i nati vivi con le tecniche di Pma, diminuiscono i Centri e le coppie trattate. Resta sostanzialmente invariata l’età delle donne che accedono alle tecniche di PMA (da 36,6 anni nel 2013 a 36,7 nel 2014, per le tecniche di II e III livello a fresco. Questi alcuni dei numeri contenuti nella “Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 40” in materia di procreazione medicalmente assistita (PMA) trasmessa ieri dal Ministero della Salute al Parlamento.
“Il quadro che emerge nel 2014 – si legge - conferma la tendenza secondo cui la gran parte dei trattamenti viene effettuata nei centri pubblici e privati convenzionati. Spicca un andamento differente fra tecniche di inseminazione semplice - per le quali diminuiscono coppie, cicli di trattamento, gravidanze e nati - e tecniche di fecondazione di II e III livello, per le quali invece aumentano”.
Ma vediamo i principali numeri in sintesi:
Migliora l’offerta. Dai dati di sintesi della attività di PMA per l’anno 2014, emerge che l’indicatore di attività della PMA, che misura l’offerta di cicli totali di trattamenti di PMA per tutte le tecniche per milione di abitanti, nel 201 pari a 1 102, con un lieve aumento rispetto al 2013, quando era pari a 1.070; tale indicatore in linea con quanto avviene in paesi con un’attività superiore ai 40.000 cicli iniziati, e cioè confrontabili con l’Italia, ad es. il Regno Unito con 963 e la Francia con 1.306. Il dato italiano tuttavia minore rispetto alla media europea che pari a 1.269 cicli (ultimo dato disponibile, relativo al 2011).
Scende il numero dei Centri. I Centri PMA autorizzati nel 2014 sono 362, cioè 7 in meno rispetto a quelli del 2013. Di questi, 136 sono pubblici e privati convenzionati (erano 141 nel 2013), e 226 sono privati (erano 228 nel Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 40/2004 8 2013). Il numero di cicli di trattamento iniziati è di 58.433 nei centri pubblici e privati convenzionati, e 32.278 in quelli privati. Quindi, nei centri pubblici e privati convenzionati, che sono il 37,6% del totale, si effettua il 64,4% dei trattamenti, a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Anche nel 2014, come nel 2013, quasi due terzi dei centri italiani attivi sono concentrati in cinque regioni: Lombardia (62 centri, 17,1% del totale), Lazio (50 centri, 13,8% del totale), Campania (44 centri, 12,2% del totale), Sicilia (40 centri, 11,0% del totale) e Veneto (35 centri, 9,7% del totale). Più del 50% dei cicli iniziati con le tecniche a fresco sono stati effettuati in regioni del Nord Italia, e in particolare nei centri della Lombardia in cui viene svolta il 25,9% di tutta l’attività nazionale; la seconda regione per mole di attività è la Toscana, in cui si sono effettuati il 13,8% di tutti i cicli a fresco
Centri di I° livello: 85% tratta meno di 50 coppie l’anno. Analogamente a quanto già evidenziato nelle relazioni precedenti, per quanto riguarda i centri di I livello, molti svolgono un numero ridotto di procedure nell’arco dell’anno: l’85,8% non ha trattato più di 50 coppie e solo in un centro si è svolta attività su più di 100 pazienti. Nei centri di II e III livello, il 27% del totale non ha trattato più di 50 coppie. I centri con più di 500 pazienti in un anno sono stati 25, cioè il 12,5% del totale. In riferimento agli ultimi dati pubblicati dal Registro europeo (European IVF Monitoring, EIM), il 39,4% dei centri europei svolge un’attività di più di 500 cicli mentre in Italia questo livello di attività si registra solo nel 20,6% dei centri.
Diminuiscono le coppie trattate. Considerando le procedure, le gravidanze e i nati, per tutte le tecniche PMA, nel 2014, si conferma l’andamento del 2013: globalmente diminuiscono sia le coppie trattate che i cicli di trattamento, ma aumentano gravidanze e nati, e questi ultimi rappresentano il 2,5% dei nati totali in Italia nel 2014. In particolare: diminuiscono globalmente i cicli di trattamento, (91.556 nel 2013 vs 90.711 nel 2014) ma il calo è riconducibile solamente ad una riduzione dei trattamenti di I livello (27.109 nel 2013 vs 23.866 nel 2014), mentre quelli di II e III livello aumentano, sia a fresco (da 55.050 del 2013 a 55.705 nel 2014) che da tecniche di scongelamento (da 9397 nel 2013 a 11.140 nel 2014), questi ultimi esclusivamente per l’aumento dei cicli di scongelamento degli embrioni, mentre continuano a diminuire quelli degli ovociti. Continua infatti ad aumentare la quota dei cicli in cui si effettua la crioconservazione di embrioni – dal 17,5% nel 2013 al 20,9% nel 2014 – mentre continua a diminuire quella del congelamento degli ovociti, dal 4,7% nel 2013 al 4,2% nel 2014.
Il numero complessivo di coppie trattate continua a diminuire (da 71.741 nel 2013 a 70.589 nel 2014), mentre, fino al 2011 si era registrato un aumento costante. In particolare, si conferma la diminuzione delle coppie che accedono alle tecniche di I livello (17.218 nel 2013, 14.935 nel 2014) e di quelle che accedono alle tecniche a fresco di II e III livello (46.433 nel 2013, 45.985 nel 2014) mentre aumentano solo quelle che sono ricorse alle tecniche di scongelamento (embrioni e ovociti: 8.090 nel 2013, 9.669 nel 2014).
Aumento gravidanze. Il lieve aumento delle gravidanze ottenute complessivamente (15.550 nel 2013, 15947 nel 2014) il risultato della diminuzione di quelle ottenute con inseminazione semplice (2.775 nel 2013, 2392 nel 2014) e dell’aumento di quelle ottenute dall’applicazione di tutte le tecniche di II e III Livello (sia con tecniche a fresco che con tecniche di scongelamento), che, complessivamente erano 12.775 nel 2013 e sono 13.555 nel 2014. A tale incremento, sia in valore assoluto sia in percentuale, ha contribuito il numero maggiore di gravidanze ottenute con tecniche di scongelamento.
Le percentuali di successo. Considerando come indicatore la percentuale di gravidanze ottenute su cicli iniziati, le percentuali di successo delle tecniche sono sostanzialmente invariate negli anni: per le tecniche di inseminazione semplice si ha un valore del 10,0% nel 2014 (dal 2005 a ora la percentuale variata oscillando da un massimo del 10,9% a un minimo del 9,9%), mentre per quelle di II e III livello si ha un 19,4% per tecniche a fresco (19,5% nel 2013). Nelle tecniche da scongelamento la percentuale di gravidanze su cicli scongelamenti del 25,8% per gli embrioni e 16,7 % per gli ovociti
Perdita informazioni. Resta costante la perdita di informazioni rispetto agli esiti delle gravidanze (perdita al follow up): nel 2014 non si ha notizie dell’esito dell’11,8% delle gravidanze accertate, nel 2013 questo dato era pari all’11,4%.
Aumentano i nati vivi. Complessivamente aumenta il numero assoluto di nati vivi, 12.658 nel 2014, a fronte di 12.187 nel 2013. Il dato del 2014, ancora una volta, il risultato del bilanciamento di una diminuzione di nati da tecniche di I Livello (1.682 nel 2014, a fronte di 1.970 nel 2013) e di un aumento di nati da tecniche di II e III livello, sia a fresco che da scongelamento: 10.976 nel 2014, erano 10.217 nel 2013. Relativamente all’applicazione delle tecniche a fresco di II e III livello, restano costanti le gravidanze gemellari: erano il 19,4% nel 2013, sono il 19,5% nel 2014.
Diminuiscono le trigemine: l’1,6% nel 2013, sono l’1,4 nel 2014. Per un riferimento alla media europea, vanno considerati i parti trigemini, che sono l’1,2%, il doppio della media europea, pari allo 0,6%, con una variabilità fra i centri fra lo 0 e il 14,6%.
Per quanto riguarda gli embrioni, aumenta del 2,3% il numero di quelli formati e trasferibili: sono 112.563 nel 2014 erano 110.016 nel 2013. Continuano ad aumentare gli embrioni formati e crioconservati: sono 28.757 nel 2014, ed erano 22.143 nel 2013 (+29,9%). Tale aumento conseguente all’applicazione della sentenza 151/2009 della Corte Costituzionale, che ha eliminato il numero massimo di tre embrioni da formare e trasferire in un unico impianto; nel 2010, il primo anno di piena applicazione della sentenza della Consulta, sono stati crioconservati 16.280 embrioni, mentre sono stati crioconservati 763 embrioni nel 2008, ultimo anno di applicazione della Legge 40 nella forma originale. Aumentano a 16.536 gli embrioni scongelati (+ 2.312 rispetto al 2013).
Resta sostanzialmente invariata l’età delle donne che accedono alle tecniche di PMA (da 36,6 anni nel 2013 a 36,7 nel 2014, per le tecniche di II e III livello a fresco) anche se si può osservare un trend in aumento. Si conferma l’aumento progressivo delle pazienti con più di 40 anni che iniziano un ciclo con le tecniche a fresco: sono il 32,9% nel 2014, rispetto al 31,0% nel 2013, e al 20,7% del 2005. Si tratta di un dato fra i più elevati tra i paesi europei: il riferimento ai dati più recenti del Registro Europeo (2011) per Francia, Spagna e Regno Unito, cioè i paesi confrontabili con l’Italia per numero di cicli iniziati, riporta una percentuale complessiva di donne trattate con più di 40 anni inferiore al 20%.
Diminuiscono le pazienti con meno di 34 anni: sono il 27,1% nel 2014, erano il 27,5% nel 2013 e 39,3% nel 2005. L’età media delle pazienti che in Italia si sottopongono alla PMA più elevata rispetto a quanto osservato negli altri paesi europei, per i quali nel 2011 si ha un valore di 34,7 anni. Riguardo al partner maschile, il 44,7% di coloro che hanno iniziato un ciclo di tecniche a fresco ha più di 40 anni, mentre l’età media dei pazienti maschi di 39,4 anni.
Nel 2013 l’età dei partner maschili era di poco inferiore ai 40 anni. E’ ben noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all’età delle donne, riducendosi cioè le probabilità di ottenere una gravidanza e aumentando la percentuale di esiti negativi della gravidanza stessa (aborti spontanei e volontari, gravidanze ectopiche) con l’aumentare dell’età.
Le iniziative del Ministero della Salute. “Il Ministero della salute – si legge - è da tempo impegnato a porre la fertilità al centro delle politiche sanitarie italiane. A tal fine ha promosso dal 2015 il “Piano nazionale per la fertilità” che ha come slogan Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro. Il Piano prevede il coinvolgimento dei professionisti sanitari per interventi di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie dell'apparato riproduttivo, di ripristino della fertilità naturale e d’indirizzo precoce alle tecniche di PMA per aumentare le possibilità di successo. In questo ambito, il prossimo 22 settembre verrà anche celebrato il primo Fertility day, giornata nazionale di informazione e formazione sulla fertilità rivolta a richiamare l’attenzione sul tema dei giovani, delle famiglie, dei medici, delle scuole, delle istituzioni locali, delle farmacie e delle società scientifiche.
“Mi auguro - ha dichiarato il ministro
Beatrice Lorenzin - che tutte queste azioni possano avviare processi in grado di aumentare l’attenzione e la cura della fertilità e di condurre a diagnosi di infertilità e a eventuali trattamenti con l’aiuto della medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini, favorendo così un aumento della natalità nel nostro Paese”.