“La fotografia scattata dal presidente di Farmindustria, Scaccabarozzi, sullo stato di salute dell’industria farmaceutica in Italia rivela un settore in piena salute e rivolto al futuro, in cui occupazione, produzione e investimenti crescono. In questo risultato gioca senz’altro un ruolo decisivo una sorta di rinascimento della ricerca farmacologica che vede proprio l’industria italiana tra le prime nel mondo". Questo il commento del componenete della commissione Sanità del Senato,
Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), all'indomani dell'
assemblea di Farmindustria.
"La frontiera delle nuove terapie e dei farmaci innovativi soprattutto in campo oncologico, della medicina di genere e della scommessa sui nuovi antibiotici rileva tuttavia la necessità di non abbassare la guardia, facendo, anzi, emergere una esigenza irrinviabile. Disegnare, infatti, un nuovo corso per la governance del farmaco è un percorso obbligato per rispondere alle sfide future garantendo la sostenibilità del sistema da un lato, e i diritti alla salute e, dunque, all’accesso al farmaco da parte dei cittadini, dall’altro. Ritengo, in questo quadro, assolutamente dirimente un confronto costruttivo nelle sedi competenti con il Governo e le parti interessate, soprattutto alla vigilia di importanti riforme nell’ambito del sistema sanitario e alla luce di provvedimenti come quello sul nuovo contratto sui farmaci per l’epatite C e il payback", ha proseguito.
"Credo che a questo proposito possa trovare condivisione la proposta del presidente Scaccabarozzi in merito al reinvestimento, nella ricerca sui farmaci innovativi, delle somme restituite dalle aziende per effetto del payback - per un ammontare di oltre un miliardo e mezzo di euro – che peraltro rispondono a un tetto di spesa assolutamente inadeguato rispetto al fabbisogno. Mi auguro quindi - ha concluso D'Ambrosio Lettieri - che nella nuova politica del farmaco possa trovare spazio una visione che si basi sulla valutazione delle terapie in funzione dei risultati clinici e del costo complessivo della cura, piuttosto che su una visione prettamente economicistica che finirebbe non solo per affossare il settore, ma anche per penalizzare i cittadini”.