Le scelte di ogni organizzazione vanno rispettate, perché ognuno è autonomo nelle proprie decisioni. Ma tale principio vale anche per le forze politiche.
Ricevo, come tutti gli anni, l'invito all'Assemblea pubblica di Federfarma, che si terrà a Roma il 24 maggio al Teatro Eliseo.
Aprendo l'allegato leggo
un programma apparentemente consueto, con l'intervento, oltre che della Presidente, di esponenti di realtà del settore della sanità, della farmacia e dell'industria farmaceutica. Doveroso e logico l'intervento del Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin.
Ma poi mi accorgo che nel programma, alle 11.45, è previsto il seguente punto:
Quale farmacia per l'Italia che cambia? Intervista a Federico Gelli, Responsabile sanità del PD. Unico partito cui si riconosce la possibilità di prendere la parola, con menzione nel programma inviato urbi et orbi.
Come ho già detto, prendo atto di una scelta di campo chiara: tutti gli altri partiti sono stati esclusi dal programma degli interventi. È singolare che un solo partito veda il responsabile di settore "intervistato". Non avviene così in nessun'altra assemblea di categoria o di organizzazione professionale.
Aggiungo che non ne faccio una questione personale, pur essendomi molto interessato dei problemi della farmacia e dei farmacisti. Il mio partito, Forza Italia, ha capigruppo, responsabili di settore, coordinatore dei rapporti con le categorie, personalità significative anche del mondo della farmacia e della sanità che avrebbero potuto raccontare, in questa assemblea, ciò che hanno fatto in tutti questi anni Forza Italia e prima il PDL con tutto il centrodestra, rivelandosi sempre determinante per tutelare le buone ragioni delle farmacie.
Dai tempi delle lenzuolate di Bersani agli attacchi di Mario Monti, siamo stati noi a tutelare, per una profonda convinzione, e non per convenienza, le professionalità dei farmacisti e la funzione essenziale della farmacia come primo presidio sanitario del territorio. La Presidente di Federfarma e tanti esponenti dell'associazione sanno bene ciò che abbiamo detto e fatto.
Per non parlare della battaglia contro le pretese delle parafarmacie e contro la costante azione del Partito Democratico tesa a portare la "fascia C" fuori dalle farmacie e di tante altre questioni. Noi abbiamo frenato l'eccessiva moltiplicazione del numero delle farmacie che avrebbe creato ancora maggiori difficoltà alla categoria. Ma l'elenco è lungo ed è noto.
Questa non è una lettera di protesta. È una lettera di presa d'atto. Ovviamente di fronte a questo comportamento puerile ed inqualificabile del vertice di Federfarma, non penso di proporre al mio partito atteggiamenti ritorsivi.
Noi difendiamo i farmacisti e la farmacia per una profonda convinzione, non per una convenienza o per oscuri interessi. La mancanza di rispetto e di buonsenso, da parte di chi ha organizzato questa assemblea non ci porterà ad assumere posizioni diverse.
Volevo mettere nero su bianco il mio giudizio, certamente critico, per questo comportamento che non posso che definire incredibile, incomprensibile, offensivo, discriminatorio, autolesionistico, servile. Non aggiungo altro, ma tutto il resto lo penso e ritengo che anche molti dei destinatari di questa mia lettera, alcuni dei quali ho già telefonicamente sentito, la pensino come me. Buona scelta di campo e buon viaggio nel PD.
Noi difenderemo la Farmacia anche da chi non si rivela capace di tutelarla dovendolo fare per dovere.
Senatore Maurizio Gasparri