Dopo l’annuncio degli scorsi giorni è stato firmato oggi il Protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e l’Autorità anticorruzione che istituisce una task force che effettuerà i controlli e farà prevenzione in merito all’applicazione del Piano nazionale anticorruzione che prevede, ricordiamo, misure ad hoc in campo sanitario.
Cosa prevede il Protocollo. Il Protocollo d’Intesa prevede “reciproca collaborazione, al fine di condurre in maniera condivisa e congiunta attività di verifica, controllo e valutazione anche sul campo, avvalendosi dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), circa la corretta e completa implementazione da parte delle aziende sanitarie e degli enti assimilati del Ssn delle raccomandazioni e degli indirizzi per la predisposizione ed attuazione dei Piani di prevenzione della corruzione (PTPC)”.
Per lo svolgimento delle attività è organizzato presso ANAC, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un Registro del personale ispettivo a supporto delle attività di verifica dei Piani Triennali, di competenza di ANAC. A tale Registro sono iscritti ispettori e personale operante presso il Ministero della Salute ed AGENAS.
Inoltre è istituito “un gruppo di lavoro paritetico, denominato Nucleo operativo di coordinamento (NuOC), composto rispettivamente da tre rappresentanti del Ministero della Salute, di ANAC e di AGENAS che, all’atto di insediamento, si doterà di un regolamento per il proprio funzionamento”.
Il NuOC svolgerà funzioni “di supporto e propositive nei confronti dell’ANAC nella realizzazione delle attività ispettive di competenza dell’Autorità e, in particolare, per la redazione di un programma di verifica speciale per il settore sanitario e per l’individuazione dei soggetti da sottoporre a ispezione”.
“La Task force andrà a verificare che sia attuato effettivamente il Pna – ha detto il Ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin – ma il nostro intento non è repressivo ma vuole essere preventivo perché noi dobbiamo andare a far crescere un approccio culturale diverso. Da appalti a liste d’attesa noi vogliamo standardizzare i controlli e fare prevenzione coinvolgendo gli operatori in questo rinnovamento culturale”.
“È evidente – ha ricordato il presidente Anac,
Raffaele Cantone -, non in una logica poliziesca, che dobbiamo mettere in campo un sistema di controlli efficiente sull’attuazione del Pna. Diremo quali sono gli errori e cosa va cambiato, stimolando una logica collaborativa”,
“Il protocollo – ha detto Cantone - rappresenta un completamento di un percorso partito nel 2014 con la nostra collaborazione con Agenas. Ora passiamo dalle chiacchiere ai fatti. I controlli - ha specificato - saranno fatto con i nostri ispettori insieme a quelli di Salute e Agenas”.
Cantone ha anche specificato anche come “i primi controlli partiranno a settembre mentre tra la fine e l’inizio del 2016 sarà presentato un primo report dell’attività”.
“In sanità – ha detto - ci sono molteplici situazioni di rischio. C’è il problema delle liste d’attesa che ritendo odioso, c’è il tema degli appalti, delle nomine delle aziende. Gli ispettori del ‘Nuoc’ (formato da 9 persone che individueranno dove fare ispezioni, non con una logica casuale, e poi saranno individuati ispettori che dovranno essere inseriti in un albo) riferiranno ad Anac e faremo verifiche se ci saranno sanzioni da adottare”.
Una battuta infine anche sull’Intramoenia. “Non va demonizzata, il problema sta in come funziona. Non buttiamo al mare il bambino e l’acqua sporca”.
“Le nuove attività di prevenzione della corruzione previste dal Protocollo di intesa firmato dal Ministro della Salute insieme con il Presidente dell’ANAC attribuiscono un ruolo importante ad Agenas che, sul fronte della lotta all’illegalità, è sempre più parte della squadra al servizio dello Stato con l’obiettivo di arrivare alla trasparenza assoluta dei dati”. Lo dichiara il direttore generale di Agenas
Francesco Bevere.
“Un sistema di controllo organizzato - prosegue Bevere - , che misuri il grado di risposta da parte degli operatori alle indicazioni appositamente formulate per i servizi sanitari nel Piano Nazionale Anticorruzione consentirà di incoraggiare trasparenza e buona amministrazione, fattori irrinunciabili per un sistema che garantisce servizi alle persone. Con il Protocollo odierno AGENAS sarà strumento tecnico di raccordo per cooperare nelle attività di verifica e monitoraggio anche sul campo, ampliando e integrando la propria mission istituzionale di affiancamento delle regioni e delle aziende sanitarie nel percorso di miglioramento delle performance cliniche, economiche ed amministrativo-gestionali dei propri sistemi di erogazione delle cure e della qualità e sicurezza delle stesse”.
“AGENAS ha investito e investirà ancora nella formazione di professionalità specifiche - continua Bevere - affinché come in un lavoro di squadra, tutti insieme si possa individuare strumenti e metodi per mettere in sicurezza il sistema sanitario da rischi corruttivi”.
“La grande mole di lavoro - ha concluso - presentata oggi in sede di conferenza stampa non certifica l’esistenza di un sistema malato dalla testa ai piedi ma, al contrario, la volontà delle istituzioni e della parte più sana del SSN, che è la maggioranza, di allearsi tenacemente per stanare i pochi intrusi ed espellerli dal sistema prima ancora che possano provocare danni. Questo è il modo migliore per mantenere alta la reputazione del Servizio sanitario pubblico”.
“Le verifiche sono un ulteriore momento di crescita del sistema” – afferma
Lucia Borsellino che ha curato per AGENAS il coordinamento dei lavori dei tavoli tematici, istituiti per l’aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione in sanità – perché consentiranno di sperimentare direttamente nei vari contesti aziendali le misure organizzative indicate e le buone pratiche, nonché la diffusione e la replicabilità di quelle già esistenti in alcune realtà ed emerse dai Piani triennali delle aziende sanitarie. Non dimentichiamo mai che un evento corruttivo in sanità, rispetto a qualsiasi altro settore della pubblica amministrazione, appare ancor più inaccettabile, comportando la sottrazione o lo spreco di risorse da destinare alla cura dei pazienti e talvolta la mancata possibilità di cura per chi ne ha diritto”.