"Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese". Così in una nota la ministra dello Sviluppo economico,
Federica Guidi, ha comunicato al premier la sue dimissioni.
Tutto parte da un'inchiesta della procura di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni, inchiesta che ha un filone parallelo sull'impianto di Tempa Rossa nella Val d'Agri. In questo filone è indagato il compagno dell'ormai ex ministro. Proprio a lui, in un'intercettazione telefonica, Guidi si rivolgeva garantendogli il via libera a un emendamento alla legge di Stabilità che andava incontro ai suoi interessi imprenditoriali.
Le dimissioni del ministro giungono proprio alla vigilia dell'esame in Aula al Senato del ddl concorrenza da lei presentato, ormai più di un anno fa (era il febbraio 2015) in Consiglio dei Ministri, e approvato in prima lettura alla Camera nell'ottobre scorso.