"L'intervento a gamba tesa del ministro Lorenzin sulla legge in tema di screening neonatali sta già facendo sentire i suoi primi effetti negativi. Ieri la nostra proposta, già approvata dalla Commissione Sanità al Senato in sede deliberante a dicembre scorso, è stata incardinata in Commissioni Affari sociali alla Camera ed è stata accolta dal PD con parole ambigue, se non contrarie alla legge stessa, che destano grande preoccupazione". Lo afferma
Paola Taverna, prima firmataria della proposta di legge sugli screening neonatali.
"E' stato addirittura affermato - prosegue Taverna - che non sarebbe necessaria l’adozione di un provvedimento legislativo, quando invece sappiamo che solo un ddl può apprestare una normativa organica sugli screening neonatali per le malattie metaboliche ereditarie. Normativa che prevede l’inserimento degli screening nei Lea, individua i soggetti che a vari livelli avranno dei ruoli nella procedura che li renderà operativi e detta le linee circa le modalità di gestione degli stessi. E' assurdo sentire un deputato che lascia intendere che l'organo cui appartiene debba abdicare alla sua funzione istituzionale in favore di un altro che invece è deputato soltanto a dare attuazione alla normativa di rango primario emanata dal Parlamento".
"Infine ricordiamo al Ministro Lorenzin – aggiunge Taverna – che i 5 milioni di euro per il 2014 e i 10 milioni di euro per il 2015 cui il Ministro ha fatto riferimento durante la sua risposta al question time in Senato costituiscono una parte cospicua delle coperture finanziarie del ddl. Quindi, non solo le risorse non verrebbero perse in assenza di decreto ministeriale ma questo causerebbe la conseguenza del venir meno delle coperture finanziarie del ddl medesimo. Ribadiamo, quindi, la necessità di attendere l'approvazione, ormai vicina, del provvedimento legislativo da parte del Parlamento, così da rendere strutturale l’operatività dello screening e le risorse a ciò destinate".