Il 4 febbraio è stata la Giornata mondiale per la lotta contro il cancro. Una lotta che vogliamo, e dobbiamo vincere. Anche se grazie ai progressi della ricerca e dei nuovi trattamenti clinici e diagnostici oggi per molti tumori si può finalmente parlare di guarigione, e se la sopravvivenza si è sensibilmente allungata, sono ancora tante le persone che si ammalano e troppe quelle che muoiono. Per combattere questo male abbiamo delle grandi armi a disposizione: prevenzione, ricerca e innovazione, su cui dobbiamo investire sempre di più. Abbiamo la grande sfida dei farmaci innovativi, che dobbiamo garantire a tutti coloro che ne hanno bisogno.
In questi anni in sanità abbiamo messo in campo riforme che rispondono ad un criterio molto semplice, quello dell'efficienza e dell'appropriatezza. Questo significa migliorare la qualità, tagliare gli sprechi e reinvestire i risparmi in sanità, come previsto dalla legge di stabilità.
Oggi abbiamo diverse priorità che devono entrare a regime, una di queste sono sicuramente i LEA, su cui abbiamo messo 800 milioni, poi ci sono altre riforme importanti come quella di garantire i turni dei medici negli ospedali, dando attuazione alla direttiva europea, la promozione delle centrali uniche d'acquisto, sui cui non si può più derogare, perché con esse ad esempio per quanto riguarda i beni di consumo ospedalieri si può risparmiare fino al 15%.
Altro punto fondamentale è l'attuazione del Patto della salute digitale: fascicolo sanitario elettronico e cartella clinica potranno così essere disponibili in tempo reale e non dopo giorni, come accade ora. Con la sanità digitale le aziende, gli ospedali, potranno scambiarsi velocemente i dati e dialogare tra loro, questo oltre a farci risparmiare migliorerà l'efficienza del sistema. Con la ricetta elettronica i cittadini potranno richiedere in ogni farmacia del Paese, indipendentemente dalla regione in cui si trovano, i farmaci che gli occorrono.
Tra le altre cose realizzate che vorrei vedere applicate ci sono anche il cosiddetto DM Lorenzin sull'appropriatezza, frutto di un'intesa Stato Regioni, il disegno di legge sulla medicina difensiva, per me importantissimo perché raggiunge un punto di equilibrio tra le tutele dei medici che devono poter svolgere il loro lavoro in serenità e il diritto dei cittadini di fronte a casi di malasanità. Questo Disegno di legge è appena stato approvato dalla Camera ed è ora all'esame del Senato: auspico che in primavera sarà approvato definitivamente così avremo chiuso questa svolta epocale attesa da anni.
Il 2016 sarà dunque un anno cruciale. Perché è l'anno di implementazione delle riforme messe in campo, a partire dal Patto della salute, che le Regioni dovranno attuare. Sarà un anno di grande lavoro per accompagnarle nell'applicazione delle norme varate.
Vorrei ricordare anche il provvedimento da me fortemente voluto, ora divenuto legge, sulla selezione dei dirigenti sanitari, amministrativi e generali. Abbiamo individuato un nuovo meccanismo di selezione: ci sarà un Albo nazionale e i dirigenti saranno scelti in base ai curricula, quindi alle competenze possedute. Inoltre saranno assegnati ai dirigenti degli obiettivi e se non li raggiungeranno decadranno automaticamente. Questa è stata per me una grande vittoria e sarà importante costruirne bene l'applicazione. Ovviamente si dovrà anche stabilire il criterio della premialità, facendo in modo che chi fa bene venga gratificato.
Un altro punto importante sono i rinnovi contrattuali e l'assunzione dei nuovi medici, in base ai fabbisogni. Personale, ricerca scientifica e infrastrutture sono grandi temi da affrontare. Così come sono prioritari i temi della cronicità, della prevenzione e della socio assistenza delle persone anziane. Noi siamo citati come il terzo modello sanitario al mondo, un modello di eccellenza per quanto riguarda la qualità dell'assistenza, ma sugli anziani dobbiamo fare di più. Nel 2024 ci sarà una popolazione composta più da anziani che da giovani. Sarà dunque ribaltata completamente la piramide. E con questo dovremmo confrontarci. Il nostro primo obiettivo dovrà essere quindi quello di non far ammalare le persone, di tenerle in salute il più a lungo possibile. Per questo è necessario educare le persone all'adozione di corretti stili di vita: attività fisica giornaliera, corretta alimentazione, niente fumo e nessun abuso di alcol.
La prevenzione attraverso gli stili di vita ci potrà consentire non solo di mantenere sostenibile il sistema, ma di migliorare la qualità della vita di ognuno di noi. Tra le criticità da affrontare ci sono anche le difformità nella qualità dell'assistenza tra aree territoriali. Su questo stiamo dialogando anche con le Regioni, bisogna omogeneizzare lo standard di qualità verso l'alto in tutto il Paese.
Altra criticità riguarda la spesa farmaceutica. Se quella territoriale è sotto controllo, quella ospedaliera sfora il tetto. E penso che continuerà a crescere perché i farmaci innovativi già disponibili, e quelli che arriveranno via via, hanno un costo molto alto. Noi stiamo lavorando col Tavolo farmaceutico per immaginare una riforma della governance. L'innovazione va veloce e dobbiamo adeguarci.
Il mio impegno per il 2016 è dunque quello di aumentare l'efficienza del sistema e renderlo trasparente. Quando parlo di efficienza ovviamente parlo di lotta agli sprechi perché lo spreco anche di un solo euro nel sistema sanitario è immorale, perché quell'euro si moltiplica per milioni di prestazioni riducendo le risorse che potrebbero essere destinate all'assistenza di altri malati.
Beatrice Lorenzin
Editoriale news letter del Ministero della Salute del 4 febbraio