E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. n. 17 del 22 gennaio 2016 il decreto legislativo n. 8 approvato lo scorso 15 gennaio dal Consiglio dei Ministri, in materia di depenalizzazioni. Nel testo,
come abbiamo già anticipato al momento dell'approvazione in Consiglio dei Ministri, all’articolo 3 (Altri casi di depenalizzazione), viene modificato l’articolo 28, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, ossia il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Le parole “è punito, salvo che il fatto costituisca reato più grave, con l’arresto sino ad un anno o con l’ammenda da lire un milione a lire quattro milioni” sono sostituite dalle seguenti: “è soggetto, salvo che il fatto costituisca reato, alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000”. La misura depenalizza quindi gli illeciti di carattere procedurale commessi dai produttori di cannabis ad uso terapeutico regolarmente autorizzati e previsti dal decreto Lorenzin dello scorso dicembre.
Fa discutere, invece, quanto previsto dall’articolo 1 in materia di depenalizzazione di reati puniti
con la sola pena pecuniaria. Qui si spiega che non costituiscono reato e sono soggette alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro tutte le violazioni per le quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda. Tra queste rientra quanto previsto dal 2° comma dell’art. 19 della legge 194. Se prima, alla donna donna che si sottoponeva ad aborto al di là delle condizioni previste dalla norma veniva ingiunta, dopo un procedimento giudiziario, una multa fino a 51 euro, oggi dovrebbe invece pagare una cifra che va dai 5.000 ai 10.000 euro.
“Anziché lavorare per garantire in tutte le strutture sanitarie la piena applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, il Governo decide di penalizzare pesantemente le donne che ricorrono all’aborto clandestino, inasprendo le multe fino a 10mila euro di sanzione, anziché i 51 euro attuali”. Così la deputata
Marisa Nicchi (Sel – Sinistra Italiana) in merito alla decisione del Governo di inasprire le sanzioni per le donne che ricorrono all’aborto clandestino.
“E’ una decisione folle ed estremamente punitiva – prosegue Nicchi – perché spesso le donne ricorrono all’aborto clandestino per mancanza di altre possibilità vista l’altissima percentuale di medici obiettori, che impediscono in moltissime strutture la piena applicazione della194. Il Governo, anziché penalizzare e colpevolizzare le donne che cercano di difendere i loro diritti, dovrebbe promuovere una seria campagna di monitoraggio su questo fenomeno (fino ad oggi sottostimato dal Governo stesso), organizzare campagne di prevenzione nei consultori e assicurare la piena applicazione della legge 194 in ogni struttura del territorio nazionale nel pieno rispetto della libertà delle donne”.