“In Italia il mercato delle siringhe vale appena lo 0,02% della spesa sanitaria, ma il loro prezzo sembra essere diventato la soluzione per ottenere tutti i risparmi in Sanità. Il tema delle differenze di prezzo è un falso mito, facile da comunicare, ma quando le differenze ci sono riflettono diverse condizioni di fornitura: quantità e durata, servizi accessori e periodi di acquisto, consegne in emergenza e urgenza, tempi di pagamento. Si tratta di tutti elementi che incidono sul prezzo unitario e che vanno tenuti in considerazione per fare dei confronti che siano appropriati. Centralizzare gli acquisti è necessario, ma quando si parla di “siringa nazionale” il rischio è che le gare producano danni per il mercato e per i cittadini: ridurre gli investimenti in prodotti e apparecchiature mediche non significa tagliare gli sprechi, ma limitare ai cittadini l’accesso a cure innovative e rinunciare a valorizzare il nostro Paese e la sua Sanità”. Questo il commento del Presidente di Assobiomedica,
Luigi Boggio, alla notizia di una gara unica bandita da Consip per la fornitura di siringhe e aghi e di altri 18 tra beni e servizi.
“Assobiomedica non è contraria agli acquisti centralizzati – ha dichiarato il Presidente Boggio -, soprattutto quando consentano di ridurre i costi amministrativi e burocratici delle procedure. Occorre però che questi vengano effettuati tenendo in considerazione che i dispositivi medici non sono beni di largo consumo, ma rappresentano fattori produttivi sofisticati, dalle cui caratteristiche e modalità di impiego nei processi sanitari dipende la qualità delle prestazioni di assistenza sanitaria erogate ai cittadini. La stessa siringa presenta 20 differenti tipologie e altrettante di aghi, che si differenziano a seconda dell’ambito di applicazione e hanno caratteristiche tecniche diverse e in taluni casi anche molto sofisticate: siringhe di sicurezza o siringhe “verdi” a basso impatto ambientale”.
“Ci auguriamo che le future gare Consip mettano innanzitutto il paziente al centro dell’analisi dei bisogni di acquisto – ha concluso Boggio - e favoriscano l’accesso dell’innovazione di qualità. Innovazione e qualità che possono essere garantite solo se verrà riconosciuto alle professioni sanitarie un importante ruolo nel processo decisionale di acquisto e solo se non si guarderà principalmente al prezzo nei criteri di aggiudicazione. Speriamo, inoltre, che le gare nazionali non puntino alla massificazione degli acquisti perché è impossibile standardizzare dispositivi ad alto contenuto tecnologico spesso salvavita, che sono stati studiati per plasmarsi sulle specifiche esigenze del paziente”.