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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Governo e Parlamento

Responsabilità professionale. Intervista a Trojano (Aogoi): “L’impianto del ddl è buono. Diminuirà la medicina difensiva e si ridurranno le spese assicurative”

di G.R:
immagine 23 novembre - Così il presidente nazionale dell’Associazione ostetrici e ginecologi italiani promuove il ddl approvato la scorsa settimana in commissione Affari Sociali. Per Trojano, grazie ad un nuovo rapporto medico-paziente incentrato su una maggiore "tranquillità" e alla necessità di doversi assicurare solo per dolo e colpa grave, si potrà bloccare anche l'esodo di giovani verso l'estero. "Le loro spese assicurative potrebbero scendere da 7000 euro a circa 1000 l'anno".
"Diminuirà la medicina difensiva, migliorerà il rapporto tra medico e paziente e si potrà permettere ai giovani di affrontare con più tranquillità il proprio lavoro dovendo pagare premi assicurativi notevolmente più bassi rispetto ad oggi". Così, in quest'intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, il presidente nazionale dell'Associazione ostetrici e ginecologi italiani (Aogoi), Vito Trojano, promuove il disegno di legge sulla responsabilità professionale approvato la scorsa settimana in commissione Affari Sociali alla Camera.
 
Una promozione tanto più importante alla luce del fatto che il presidente Trojano ha fatto parte della cosiddetta Commissione Alpa incaricata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di affrontare la tematica della responsabilità medica.

Dottor Trojano, voi ginecologi siete sempre stati in prima linea sul tema della responsabilità professionale, al punto che siete stati gli unici ad arrivare ad indire uno sciopero di categoria. Oggi siete soddisfatti del disegno di legge approvato la scorsa settimana dalla commissione Affari Sociali?
Sono soddisfatto di questa legge. Non posso dire che sia la migliore delle leggi possibili in quanto ci sarebbero diversi aspetti da affinare, ma il suo zoccolo duro su responsabilità medica, rischio clinico e assicurazioni è senz’altro buono. Con questa legge diminuirà la medicina difensiva e sono sicuro che migliorerà anche il rapporto tra il medico e il paziente.

Eppure, nei giorni scorsi, Cittadinanzattiva è stata molto critica su questo testo, puntando il dito in particolare contro l’inversione dell’onere della prova che ora peserà sui pazienti. Non si rischia in questo modo di ledere il rapporto di fiducia medico-paziente?
No, io non credo. Anzi, penso l’esatto contrario. Nel momento in cui da paziente ritengo che qualcuno abbia commesso qualcosa a mio danno, sarò io a dovermi assumere l’onere di provarlo e non costringere la controparte a discolparsi. Serve una maggiore tranquillità nel rapporto tra medico e paziente, ed io credo che con questa legge si vada nella giusta direzione. Il medico non può continuare ad essere il bancomat del sistema. Negli anni tutto questo ha prodotto una vera e propria fuga, specie in talune branche della chirurgia o, ad esempio, nella ginecologia oncologica: nessuno voleva più assumersi la responsabilità di eseguire alcuni interventi.

E cosa ha prodotto tutto questo?
I pazienti venivano finivano per doversi rivolgere magari all’estero o in centri privati a pagamento. Non credo che una situazione di questo tipo possa andare nell’interesse dei cittadini. In questi anni i pazienti di diversi Paesi dell’Est Europa venivano a curarsi in Italia perché qui trovavano medici capaci di operare bene, non pagavano nulla e potevano riuscire ad ottenere anche ottimi indennizzi. Insomma, non si poteva più andare avanti in questa maniera. Così si penalizza una professionalità di altissimo livello come quella della sanità italiana. Oggi il 50% dei giovani va a lavorare fuori dall’Italia. Noi vogliamo che restino e che possano svolgere il loro lavoro in tranquillità. L’atto medico ha tutta una sua complessità ed è soggetto a diverse variabili. Non si può dover pagare per un eventuale sbaglio non riconducibile ad una mia cattiva condotta.

A tal proposito nel testo si richiama l’osservanza di linee guida che dovranno essere prodotte da Società scientifiche accreditate dal Ministero della Salute. Ecco, queste linee guida saranno vincolanti? Il medico potrà continuare ad avere una sua libertà d’azione?
Assolutamente sì. Va chiarito che le linee guida altro non sono che linee di indirizzo. Non si fa altro che standardizzare dei percorsi in base ad esperienze consolidate. Ma questo non toglie autonomia al medico che potrà poi giustificare un suo eventuale scostamento dettato da esigenze particolari.

Come ginecologi avete a più riprese sollevato anche il problema legato all’alto costo delle assicurazioni, pensa che con questo ddl la situazione possa migliorare sotto questo aspetto?
Sì ed è semplice spiegarne il motivo. Ci si dovrà assicurare solo per dolo e per colpa grave, in questo modo il premio scenderebbe di molto. I giovani medici non dovranno più spendere 6-7mila euro all’anno per assicurarsi, ma la spesa potrebbe scendere a circa 1000 euro.

Le è piaciuto l’articolo 10 che disciplina le nomine dei consulenti tecnici e periti?
Sì, come società scientifiche sarà nostro compito produrre elenchi di esperti in medicina. Anzi, di più, si dovrà far riferimento anche alle specializzazioni mediche. Poi saranno i giudici a scegliere in piena autonomia.

Un ultima domanda, che ne pensa delle norme sulla gestione del risk managment?
Tutte le strutture dovranno attivare un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio. Verrà istituito un Centro per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente che sarà incaricato di raccogliere i dati regionali sul contenzioso e sugli errori sanitari per poi trasmetterli all'organismo di riferimento nazionale: l’Osservatorio nazionale sicurezza in sanità. L’Osservatorio dovrà avvalersi dell’aiuto delle società scientifiche per la realizzazione di apposite linee di indirizzo per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario. Si potranno così garantire percorsi tecnicamente validi e guidare anche gli investimenti a livello territoriale in base ai risultati ottenuti dalle singole regioni. L’Osservatorio potrà così gestire, in maniera indiretta, insieme alle società scientifiche, sia l’eventuale adeguamento delle linee guida che gli investimenti sui singoli territori. 
 
Giovanni Rodriquez
23 novembre 2015
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