Pochi giorni fa ho partecipato ad un seminario (corso di management per i direttori di struttura complessa ) organizzato dalla Ausl della Romagna il cui titolo era “
qualità e sostenibilità dei sistemi sanitari” .
Il seminario, organizzato e coordinato da
Massimo Ferrari, era stato concepito in modo hegeliano:
tesi-antitesi-sintesi quindi come un confronto tra me, il direttore generale sanità e politiche sociale della Regione Emilia Romagna,
Kyriakoula Petropulacos, con la chiusura finale del nostro anfitrione cioè il direttore generale Ausl della Romagna,
Marcello Tonini.
Le tesi a confronto erano sostanzialmente due... per far fronte ai crescenti problemi della sanità serve:
· un tipo di miglioramento marginalista che assuma il sistema sanitario senza ridiscuterlo nel suo modello ma razionalizzandolo il più possibile per liberarlo dalle diseconomie che contiene e quindi provare a restare dentro i parametri finanziari imposti dal governo per evitare il disavanzo?
· Un tipo di cambiamento riformatore che oltre la razionalizzazione delle diseconomie affronti la questione più radicale delle anti economicità del sistema dovute in parte alla crescente regressività dei modelli in parte a vincoli economici impossibili da gestire? Quindi riformare la struttura della spesa riformando i modelli con lo scopo di abbassare il costo complessivo del sistema senza tradirne i postulati di legge.
Discutendo l’idea che ci è venuta è stata non tanto di scontrarci su tesi e antitesi cioè contrapponendo miglioramento a cambiamento ma di accordarci su un criterio molto pragmatico e su una ipotesi di lavoro:
· il criterio : miglioramento/cambiamento sono concetti che non bisogna usare sulla base delle loro verità intrinseche (ci sono molte cose da migliorare e anche molte cose da cambiare) ma sulla base della loro convenienza, cioè della loro efficacia pratica ma in rapporto ad un contesto finanziario dato. Nel caso in cui il marginalismo rispetto al contesto finanziario deciso dal governo si fosse rivelato insufficiente e/o distruttivo, in questo caso e solo in questo caso bisognava mettere mano ad un robusto riformismo.
· L’ipotesi: organizzare parallelamente alla riflessione sulle possibili politiche marginaliste una riflessione sulle possibili politiche riformatrici per prepararci eventualmente ad un pensiero di ricambio.
Come è noto il governo ha varato la legge di stabilità nella quale dalla
spending review si passa al
definanziamento coatto, cioè la fissazione di vincoli rigidi che se non rispettati mettono tutto e tutti automaticamente fuori gioco, per di più programmati per gli anni a venire quindi ineludibile. Per far capire la novità di questa legge ho scritto (blog
Il Fatto Quotidiano) che Cottarelli è stato sostituito dal colonnello
Miles Quaritch che nel film Avatar silura lo smisurato “
albero casa” nel quale vivono i “
na’vi” gli abitanti di Pandora, per sfruttare il minerale che giace sotto.
Fuori di metafora Renzi, come il muscoloso colonnello silura la sanità definanziandola per sfruttarne la spesa e destinarla altrove secondo una sua precisa politica economica.
La riflessione sulle politiche di Renzi e su cosa bisognerebbe fare per contrastarle la rimando a dopo gli stati generali dei medici convocati per il 21 ottobre. Qui mi limito a richiamare la discussione del seminario di Rimini e a porre la domanda a Regioni ,ordini, collegi e sindacati: di fronte al
definanziamento coatto del governo bastano le politiche marginaliste o di razionalizzazione o di riordino delle Regioni? Basta rivendicare dei diritti anche se definiti per legge? Io credo di no, anzi credo (a dir il vero da molto tempo) che ormai sia giunto il momento di porre molto seriamente la questione della riforma del modello del nostro sistema sanitario e dell’idea di tutela che lo sorregge dal 1978, sia per evitare l’effetto Miles Quaritch, cioè l’abbattimento della sanità pubblica, che per evitare le derive privatistiche legate anche alle speculazioni sulla sanità integrativa.
Il marginalismo oggi per me è un pensiero debole non in quanto tale ma perché di fronte ai siluri del colonnello Miles Quaritch non è sufficiente.
Il colonnello Miles Quaritchmetterà le Regioni tutte nessuna esclusa in grande difficoltà, spingendole per non andare in disavanzo a fare dei loro sistemi sanitari letteralmente “
carne di porco”, cioè a violare qualsiasi tipo di garanzia e di diritto. Il
definanziamento coatto e non un stupido decreto sull’appropriatezza sarà la strada per affermare la vera medicina amministrata. Quella del decreto al confronto fa solo ridere.
Quindi ....per me di fronte alla nuova legge di stabilità l’idea di riordino e di razionalizzazione, cara alle Regioni, deve entrare a far parte di una strategia riformatrice più grande, che trasformi le politiche tarate sulla compatibilità in politiche tarate sulla compossibilità, che combatta tanto le diseconomie che le anti economie ma soprattutto che ricapitalizzi con il lavoro il sistema.
Il punto di forza del colonnello Renzi è che lui sa che sotto la sanità vi è una innegabile spesa negativa che lui può e vuole sfruttare. Il nostro punto debole è che rispetto a questa spesa negativa nessuno della sanità può dichiararsi senza responsabilità. Abbiamo troppi scheletri nell’armadio.
Ripropongo la proposta che ho fatto al seminario alla dottoressa Kyriakoula Petropulacos: facciamo subito un tavolo di riforma con le armi spuntate che abbiamo usato sino ad ora con il colonnello Renzi non possiamo farcela.
Ivan Cavicchi