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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Governo e Parlamento

Calo vaccinazioni. Intervista a Romani (Idv): “Sanzionare i medici sarebbe la scelta più sbagliata. È necessario instaurare un nuovo rapporto medico-paziente”

di Giovanni Rodriquez
immagine 13 ottobre - Non reagire al problema in maniera emotiva ma instaurare un dialogo tra pari medico-paziente nel quale l’esperto metta in condizione i genitori di capire sia i possibili effetti avversi che i benefici derivabili dal sottoporre a vaccinazione il proprio figlio. È quanto propone il vicepresidente della commissione sanità del Senato in merito all’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’Iss.
“Il vero problema da affrontare riguarda la nostra capacità informativa. Dobbiamo certamente preoccuparci del ricomparire di malattie infettive sparite da anni ma, al contempo, dobbiamo stare attenti a non lanciare messaggi che potrebbero essere mal interpretati. La cosa peggiore da fare in questo caso sarebbe reagire con emotività a questo problema: sanzionare i medici e imporre i vaccini può essere vissuto come un atto di forza sia da parte dei camici bianchi che dei pazienti”. Così, in quest’intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, il vicepresidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Maurizio Romani (Idv), fa il punto della situazione e propone possibili soluzione riguardo l’allarme sul calo delle vaccinazioni in Italia lanciato nei giorni scorsi dall’Istituto superiore di sanità.

Senatore Romani, nei giorni scorsi l’Istituto superiore di sanità ha lanciato un allarme sul calo delle vaccinazioni giunte ormai al limite della soglia di sicurezza. Lei, da rappresentante delle Istituzioni ma anche da medico, a cosa pensa che sia attribuibile questa sfiducia nelle vaccinazioni?
Il problema principale credo riguardi la nostra capacità comunicativa. E’ giusto preoccuparsi del riaffacciarsi di malattie infettive ormai scomparse da anni. Detto ciò dobbiamo evitare di reagire con emotività a questo problema rischiando di lanciare messaggi che potrebbero essere distorti e mal interpretati dalle persone.
 
A cosa si riferisce?
All’ipotesi di sanzionare i medici che non vaccinano. Sarebbe la scelta più sbagliata. Le persone la vedrebbero come un’imposizione forzata che, oltre ad alimentare questa ‘cultura del sospetto’ già esistente, andrebbe a ledere il rapporto di fiducia tra medico e paziente. Entrambi finirebbero per vivere tutto questo come un atto di forza.
 
Cosa pensa che invece sarebbe giusto fare?
I medici devono spendere più tempo e spiegare con calma alle persone tutti i benefici e i possibili effetti avversi che possono derivare dalla somministrazione di un vaccino. Bisogna coinvolgere i genitori, renderli informati e non ridurre il tutto ad un dogma al quale devono essere ‘costretti’ a credere.
 
Questo è un tema molto delicato. Oggi con internet chiunque può avere accesso alle informazioni più disparate e, senza una preparazione adeguata, si rischia di dare un peso eccessivo a teorie che hanno poco a che vedere con la scienza. Non crede?
Esiste senza dubbio questo pericolo. Proprio per questo diventa fondamentale il modo in cui ci sia approccia ai pazienti. Oggi tutti possono informarsi con grande facilità. Tra medico e paziente deve quindi instaurarsi un dialogo tra pari che riesca a creare un rapporto di fiducia.

Come si può creare questo rapporto?
Dicendo loro tutta la verità. Bisogna spiegare i vantaggi delle vaccinazioni ma senza nascondere i possibili effetti avversi. Bisogna dire senza paura che in medicina il ‘rischio zero’ non esiste ma, nel rapporto tra benefici e possibili controindicazioni, i primi si trovano in una posizione di assoluto vantaggio. È questo che va loro comunicato con grande schiettezza. Per essere più concreti, bisogna chiarire loro che, ad esempio, non esiste nessun collegamento tra vaccini e autismo, ma che è altrettanto vero che la vaccinazione può arrecare possibili disturbi. Nella assoluta maggioranza dei casi, però, questi disturbi non sono neanche lontanamente paragonabili alla possibilità di contrarre il tetano piuttosto che la difterite. È questo il messaggio che deve essere ben chiarito ai genitori.
 
Giovanni Rodriquez
13 ottobre 2015
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