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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Governo e Parlamento

Ddl concorrenza. Mnlf: “Lorenzin mal consigliata o non a conoscenza del sistema farmaceutico italiano”

immagine 2 ottobre - Così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti replica al'intervento del ministro della Salute nel corso del forum di Repubblica TV dove ha ribadito la sua contrarità ad ogni ipotesi di liberalizzazione della vendita dei farmaci con ricetta medica (Fascia C).
"Spiace dover ancora una volta contraddire la gentile Ministra Beatrice Lorenzin per quanto affermato durante il suo intervento di ieri a Repubblica TV ripreso in parte dal quotidiano, ma le considerazioni espresse fanno pensare ad una scarsa conoscenza del settore della distribuzione del farmaco, fatto che sarebbe grave per un Ministro della Salute. I farmaci di fascia C, quelli con obbligo di ricetta e pagati direttamente dai cittadini, di cui si chiede la liberalizzazione, non sono a carico del sistema sanitario nazionale, la loro liberalizzazione non farebbe aumentare in alcun modo la spesa sanitaria pubblica, al contrario incrementerebbe l'uso dei generici promuovendo risparmi per il Ssn e per i cittadini (600 mln Fonte Altroconsumo)". Così il Movimento nazionale liberi farmacisti ha commentato le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin in merito alla possibile liberalizzazione dei farmaci di Fascia C.
 
"Quando la Ministra dice che dispensare il farmaco non è come vendere mortadella, pere o mele, siamo d'accordo, ma vogliamo ricordarle che proprio perché il farmaco non deve essere banalizzato nelle parafarmacie e nella grande distribuzione (meno del 15% del totale degli esercizi abilitati alla vendita di SOP e OTC), come lo stesso ministero da Lei presieduto ha richiesto, ci sono reparti dedicati ove c'è un professionista laureato ed abilitato proprio come nelle farmacie, inoltre gli stessi esercizi debbono sottostare a severi controlli e partecipare alla farmacovigilanza - prosegue il Mnlf -. La Ministra evoca la paura di veder chiudere le piccole farmacie di Paese, questa, dati alla mano, è una strumentalizzazione che non regge, perché in media con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C le farmacie perderebbero 45/55 euro al giorno, a fronte di 5000 nuovi posti di lavoro, 3000/3500 nuove aziende e 700 milioni d'investimenti. Ricordiamo alla Ministra che quelle pochissime farmacie che hanno chiuso e quelle in difficoltà non lo sono ne per la congiuntura economica ne per l'eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C, ma più semplicemente perché mal gestite. Ben altre entreranno in difficoltà se verrà data via libera all'entrata del capitale privato trasformando un monopolio di fatto in un oligopolio".
 
"Quando la Ministra afferma che 'prendere troppi farmaci fa male' a proposito della liberalizzazione della fascia C rischia di coprirsi di 'ridicolo' perché dovrebbe sapere che stiamo parlando di farmaci che hanno l'obbligo della ricetta medica, quindi non sottoposti a 'domanda elastica', ma alla prescrizione di un medico. Non vogliamo pensare che Lorenzin creda davvero che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C i medici italiani impazziscano e si mettano a 'sfornare' ricette indipendentemente dalla necessità del paziente. Alla Ministra, ci scusi per il gioco di parole, consigliamo di cambiare 'consiglieri' e di non farsi guidare per mano da chi ha tutto l'interesse di difendere posizioni di privilegio (Leggi Federfarma). Ci sono gli atti parlamentari delle audizioni in Commissione, studi d'istituti di eccellenza, li legga, li approfondisca, li verifichi, ma non sia un 'registratore autoreverse' delle corporazioni", conclude la nota.
2 ottobre 2015
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