Piaccia o non piaccia Il “
decreto appropriatezza” ha aperto un capitolo nuovo della politica sanitaria. Un altro colpo all'autonomia dei medici in un processo lungo nel quale da anni questa autonomia è stata erosa e condizionata senza che i medici abbiano saputo difenderla come “
il loro bene massimo” rinnovandosi come professione. Questo capitolo potremmo titolarlo “
eteronomia medica” (la condizione in cui un medico riceve da fuori di sé la norma della propria azione) e va ben oltre le note limitative alle prescrizioni farmaceutiche di questi anni.
Esso sancisce in modo plateale la sfiducia dell’istituzione pubblica nei confronti della professione medica riducendola di fatto ad essere la controparte sprecona del definanziamento. Chi spinge sul medico eteronomo ovviamente non è la professione che però non si rinnova e nemmeno la medicina come dottrina, anch’essa in ritardo nel suo ripensamento pur alle prese con nuove sfide e nuovi contesti, meno che mai è il povero malato ormai confinato nelle più viete petizioni retoriche, ma sono le ragioni del risparmio.
Il definanziamento più dell’etica e della scienza decide il gioco. E il medico sprovveduto soccombe. E’ il definanzamento che da tempo sta trasformando, probabilmente in peggio, la professione medica approfittando dei suoi ritardi, dei suoi limiti culturali, dei suoi tanti scheletri negli armadi, (perché gli sprechi esistono) ma soprattutto approfittando della sua storica inettitudine a ripensarsi.
I giovani medici (
vedi recente congresso Anaoo giovani) guardano al presente, quelli meno giovani guardano al passato e nessuno di loro guarda al futuro. Una inettitudine storica che ormai si ripete di gruppo dirigente in gruppo dirigente senza nessuna seria discontinuità. In questi anni ai medici sono state offerte analisi, studi sulla “questione medica”, proposte, idee, contro prospettive, ragionamenti, riflessioni...anche critiche naturalmente, ma tutto rimbalza e scivola via contro una impermeabilità culturale che non lascia dubbi.
Qualcuno scopiazza frasi e parole, qualcun altro ti sfotte con il Prozac altri si complimentano perplessi, altri ancora ti girano le spalle specie se sei andato a sfrugugliare i presidenti multitasking... e la decadenza non si ferma.
Nel suo complesso l’intero sistema di rappresentanza della professione al confronto con i problemi di questi anni si rivela decisamente al di sotto delle necessità. I medici continuano a prendere botte da tutte le parti qualcuno dovrà pur prendersene la responsabilità o no?. Ora che Renzi li ha invitati al confronto e a fare proposte alternative alle sue vedremo come se la caveranno. Se pensano di nascondere il loro deficit propositivo con lo sciopero o la mobilitazione allora saranno cavoli amari.
Sul decreto c’era da aspettarselo, la Fimmg, pizzicata sul vivo ha reagito, dispiegando la sua irritazione. Il decreto anche se si rivolge a tutti i medici della sanità pubblica sembra fatto su misura per i MMG quasi per far pagare loro l’ indisponibilità manifestata anche con minacce di sciopero nei confronti di coloro che da anni tentano, con scarsi risultati, di integrare la medicina di base con il resto del sistema sanitario. La Fimmg sul decreto ammette per bocca del
suo vicepresidente Bartoletti che i
fini del decreto sono giusti ma i
modi per attuarlo sbagliati. E già questo mi sembra un notevole passo in avanti ma poi con un calembour Bartoletti propone, in perfetto stile Fimmg, dei modi che guarda caso hanno l’effetto di annullare i fini del decreto cioè di non cambiare niente.
La proposta è di considerare la medicina difensiva (perché di questo si tratta) come una medicina superflua e eccessiva dovuta ad un eccesso di offerta tecnologica, ad un eccesso di zelo da parte del medico e ad un deficit di programmazione e di mettere a carico del cittadino i suoi costi: “
se si dicesse semplicemente che il sistema sanitario pubblico garantisce tutto il necessario per curarsi, anche qualcosa di più, ma il superfluo non lo rimborsa e chi decide è il medico, supportato nelle decisioni e non certo multato, nessuno griderebbe allo scandalo”.
Come si fa a sostenere queste tesi quando tutti sappiamo che la medicina difensiva è l’esito di comportamenti opportunisti da parte dei MMG i quali nell’ordine di percentuali molto elevate (dal 75% della ricerca
Omceo di Roma al 58% della
ricerca Agenas) adottano di fatto dei comportamenti inappropriati per tutelarsi prima di tutto dal rischio professionale? Come si fa a parlare di programmazione quando proprio la Fimmg ha respinto le proposte delle Regioni per mettere la medicina generale dentro un quadro programmatorio? Come si fa a parlare di eccesso di zelo quando la quota capitaria non premia nessun zelo dal momento che i medici di medicina generale sono dei liberi professionisti pagati come se fossero a stipendio fisso?
Per la Fimmg far pagare ai cittadini i costi delle loro inappropriatezze non è scandaloso invece per me lo è. Rivedo nella proposta di Bartoletti la stessa logica di quell’altra cosa scandalosa proposta all’ultimo congresso Fimmg di ridiscutere il diritto alla salute uguale per tutti (universalismo). L’idea è sempre la stessa :che paghino i cittadini e non rompeteci le scatole con la convenzione l’inappropriatezza e le multe… noi siamo liberi professionisti.
Per cui per me è immorale che la Fimmg
in un documento contro il decreto appropriatezza preveda tra le sue azioni di contrasto “
il coinvolgimento dei nostri pazienti in una azione di sostegno alle nostre motivazioni.” Ma non vi vergognate? I vostri pazienti? Ma a quale super mercato li avete comprati per dire che sono vostri? E quali balle racconterete loro per farvi sostenere? Glielo spiegherete che voi per continuare ad essere dei liberi professionisti a stipendio fisso e per non pagare le multe, proponete di ridurre loro i diritti facendo pagare a loro le multe che dovreste pagare voi? I “
vostri” pazienti li volete pure complici e compiacenti? Ma scherziamo? Ho l’impressione che l’inettitudine stia diventando improntitudine. .
Quando la casa trema tutte le sue magagne vengono fuori e quella della medicina convenzionata in un sistema destinato ad essere sempre più definanziato è la più grande... è inutile negarlo....non si può continuare a tagliare posti letto in eterno e a buttare i soldi dalla finestra con la medicina difensiva .. la casa tremerà sempre di più...e le resistenze della Fimmg, nei confronti di un ripensamento non hanno alcuna possibilità di reggere. Ripensamento non vuol dire rimetterci (ci mancherebbe altro) ma solo fare un altro genere di medicina generale magari senza medicina difensiva. E’ così che si vince non scaricando i costi dei vostri problemi sugli altri compreso i vostri colleghi.
Quindi cara la mia Fimmg attenzione a non tirare troppo la corda... attenzione all’insofferenze che vedo crescere sempre di più nei vostri confronti soprattutto da parte degli altri medici e
dei giovani (Sigm) che vedono nel vostro corporativismo un ostacolo al loro futuro. Non fate l’errore di nascondervi dietro il fatto che siete un sindacato maggioritario e che i vostri critici numericamente non contano niente.
Potete essere forti come vi pare ma se per il sistema continuerete ad essere il problema che non si risolve mai diventerete la controparte di tutti. Voglio vedere la Fnomceo, che invocate ad ogni piè sospinto come usbergo, giustificare e coprire le tesi di Bartoletti. La Fnomceo sarebbe folle se giustificasse la medicina difensiva e meno che mai se proponesse di scaricare i suoi costi sui cittadini pena un danno di credibilità della professione incalcolabile.
Ma torniamo al decreto. A
Porta a Porta la cosa che più mi ha colpito è stata ancora una volta una professione in difesa incapace di trasformare la questione della medicina difensiva in una propria rivendicazione di rinnovamento...incapace di contestualizzare il fenomeno dentro i problemi gravi della sanità pubblica, e che arrampicandosi sugli specchi ha dato l’impressione di essere unicamente preoccupata delle sanzioni pecuniarie, quindi accettando di essere la volpe inseguita dai cani dei cacciatori.
La medicina difensiva non è una prerogativa alla quale i medici hanno diritto perché esiste il contenzioso legale è un cancro che anziché proteggere la professione la distrugge. Allora perché non proviamo a rovesciare i ruoli e le parti? Perché la volpe non la facciamo fare a chi ha definanziato e decapitalizzato il nostro sistema sanitario rendendolo nel suo complesso sempre più inappropriato? Perché la battaglia contro la medicina difensiva non la facciamo noi cominciando a rivendicare le condizioni appropriate per poter svolgere la professione in modo appropriato? Perché non mettere in campo la disobbedienza deontologica (vi ricordate quante risate vi siete fatti quando l’ho proposta?) e attenersi alla inderogabilità del dovere professionale? Gli sprechi è ovvio vanno eliminati ma non ha senso chiedere appropriatezza ad un sistema reso anche da questo governo strutturalmente inappropriato? Possibile mai che non si capisca che l’eteronomia del medico non l’inappropriatezza, è una forma di decapitalizzazione? Che il blocco del turn over, i riordini regionali, il demansionamento, la governance che non c’è, sono i primi produttori di inappropriatezza. Questo decreto permette a questo governo che va avanti a tagli lineari di lavarsi la coscienza imputando a noi la colpa dello sfascio. Cominciamo a dire che noi la medicina difensiva non la vogliamo e che vogliamo fare il nostro mestiere come si deve e che non abbiamo paura di rimetterci in discussione. Ma senza barare.
Facciamola noi la proposta di un altro decreto che combatta non le prescrizioni inappropriate (106 milioni) ma i comportamenti opportunisti...che sono un’altra cosa (e le stime variano dai 10 ai 13 miliardi). 108 milioni di risparmio su 10/13 mld di medicina difensiva fanno ridere soprattutto se questo risparmio lo si rapporta a un FSN stimato intorno a 110 mld.
Ivan Cavicchi