“Le dichiarazioni di Carlo Cottarelli in merito alla possibilità di spremere dal “limone sanità” altri 3-5 miliardi di euro, oltre ai 2,35 miliardi di euro previsti dal decreto Enti Locali, appaiono sorprendenti. Anche considerando che, secondo l’attuale Direttore esecutivo del FMI, l’andamento della spesa sanitaria in Italia negli ultimi 20-30 anni ci rende virtuosi come la Germania e migliori di Francia ed Inghilterra”.
È questo il commento di
Costantino Troise, Segretario nazionale dell’Anaao Assomed dopo le
dichiarazioni di Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review intervenendo al meeting di Comunione e Liberazione.
“Se ci atteniamo – commenta l’Anaao Assomed – a serie storiche più brevi appare difficile negare che, anche a seguito della congiuntura economica negativa, la spesa sanitaria in Italia è diminuita negli ultimi anni, come in molti paesi Ocse. Solo in Italia e altri 9 paesi (Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda tra gli altri), però, la spesa nel 2013 è risultata inferiore a quella del 2009 (per l’Italia -3,5% in termini reali), incrementando la decrescita manifestatasi già nel 2011 (-0,9%) e nel 2012 (-3%). I primi dati del 2014 confermano questa tendenza. E la spesa a carico dei cittadini, “out of pocket”, per l’Italia rappresenta, secondo i dati Ocse, il 22% della spesa sanitaria totale, ben superiore ai livelli di Francia (7%), Germania (14%) e Inghilterra (10%), 33 miliardi in valore assoluto nel 2014. Nonostante ciò, i cittadini che rinunciano alle cure per difficoltà economiche, oramai, rappresentano circa il 10% della popolazione del nostro paese (Dati Istat 2015). Questa solo apparente contraddizione – aggiunge Troise – è legata alla contrazione del perimetro delle tutele e alla difficoltà crescente di accesso alle cure erogate dal Ssn. Chi ha possibilità economiche o una assicurazione sanitaria cerca una soluzione ai propri problemi nel privato, chi vive in condizioni di disagio economico rinuncia alle cure (circa 6 milioni di italiani). Tutto ciò rappresenta la tragica conseguenza dei tagli inflitti al nostro Ssn pari nel solo periodo 2012-2014, secondo la Commissione di indagine parlamentare sulla sostenibilità del Ssn, ad oltre 23 miliardi”.
Con tali presupposti, sottolinea Troise, già il taglio di 2,3 miliardi di euro previsto per l’anno in corso dal decreto legge “Enti Locali” appena approvato e accettato supinamente dalle Regioni, va ben oltre un piccolo aggiustamento “congiunturale” rappresentando un “altro grave colpo alla tenuta e all’efficacia del Ssn”. “Prevederne altri 3-5, come fa Cottarelli – aggiunge – significherebbe assestare il colpo mortale ad un sistema sanitario basato su universalità delle cure, equità di accesso e solidarietà nel finanziamento”.
“Se le Regioni italiane presentano una diversa efficienza economica e capacità di mantenere i bilanci in equilibrio – continua l’Anaao – diversa è anche la capacità di garantire i Lea e gli esiti delle cure. Il Piano Nazionale Esiti 2013 dimostra che le Regioni sottoposte ai piani di rientro sono anche quelle che con più difficoltà garantiscono buoni esiti delle cure e la classifica Lea del 2014 mostra nelle posizioni di coda tutto il centro-sud d’Italia. Evidente è il rapporto negativo tra Regioni sottoposte a piano di rientro ed esigibilità dei Lea e qualità delle cure”.
Questi dati, suggerisce quindi il sindacato, devono fare riflettere sull’opportunità di ulteriori tagli al già basso finanziamento del Fondo sanitario nazionale, pensando che sprechi e inefficienze nel sistema siano ancora consistenti e facilmente recuperabili, anche in tempi brevi. “In realtà il nostro sistema confrontato con quello degli altri paesi Ocse – prosegue Troise – riesce ad ottenere molto di più in termini di esiti clinici rispetto a quanto sarebbe lecito attendersi in base al livello di spesa effettivamente sostenuto, risultando sotto-finanziato rispetto alla media di tutti i paesi europei. Il differenziale negativo raggiunge i 30 miliardi di €/anno se il confronto è fatto con Francia e Germania.
Indubbiamente gli sprechi vanno combattuti, soprattutto nel settore degli acquisti di beni e servizi non sanitari – conclude l’Anaao – ma tutti i risparmi dovrebbero essere utilizzati in investimenti per incrementare la dotazione del personale, l’organizzazione, le tecnologie e la sicurezza delle cure e degli ospedali, migliorando l’erogazione dei servizi in termini di qualità ed efficacia. Particolarmente in quelle zone d’Italia dove ancora troppe risorse vengono distratte per corruzione dalla loro naturale destinazione: la difesa del diritto alla salute, l’unico che la Carta Costituzionale definisce fondamentale”.