E’ un dossier ampio e dettagliatissimo quello che i tecnici del Servizio Bilancio del Senato hanno appena consegnato ai senatori della V Commissione impegnati nell’esame degli emendamenti del Governo al DL Enti Locali.
Tra questi, come sappiamo, molti riguardano la sanità. I più consistenti sono quelli che recepiscono l’Intesa Stato Regioni del 2 luglio scorso sul taglio al fondo sanitario nazionaledi 2,352 miliardi a decorrere dal 2015 attraverso una serie di misure dettagliate che andranno a colpire la spesa per beni e servizi, dispositivi medici, personale, ospedaliera convenzionata e prestazioni di riabilitazione e specialistiche giudicate “inappropriate”.
L’analisi del Servizio Bilancio, alla fine, sembra promuovere la manovra. Ma soprattutto su due voci di spesa, quella dei beni e servizi e dispositivi medici, si avanzano seri dubbi sulla possibilità di ottenere i risparmi previsti nel 2015 in considerazione dei pochi mesi rimasti per dare il via a quella riduzione dell’importo dei contratti in essere sulla quel i tecnici del Senato vedono molti rischi, anche sul piano del contenzioso legale che ne potrebbe scaturire.
Dubbi anche su un altro emendamento del Governo, quello che prevede l’assunzione di 241 unità di personale all’Aifa entro il 2018.
Ma vediamo nel dettaglio le osservazioni "critiche" del Servizio Bilancio del Senato:
Beni e servizi e dispositivi medici - Articolo 9 ter
“Pur convenendo con la correttezza formale della quantificazione – scrivono i tecnici - si rappresenta la difficoltà di conseguire un risparmio pieno nell'anno in corso”.
“Sul punto – proseguono - occorre segnalare che la stessa RGS ha infatti evidenziato che gli effetti stimati per il 2015 potrebbero essere "condizionati dai tempi di entrata in vigore delle disposizioni". La questione appare di particolare rilevanza, atteso che non sembra prudenziale ipotizzare di conseguire risparmi calcolati su base annuale nel ristretto arco di tempo intercorrente fra le date di rinegoziazione dei contratti, necessariamente successiva all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, e il 31 dicembre 2015. Inoltre, andrebbe valutata la possibilità dell'insorgere di contenziosi in materia e l'adozione di comportamenti da parte degli operatori privati volti a ridimensionare l'impatto della norma fornendo prodotti di minore qualità ovvero sfruttando, in taluni ambiti, una situazione di sostanziale monopolio”.
“Si rappresenta, infine, che l'ammontare dell'aggregato oggetto del "taglio" ammonta al medesimo valore indicato dalla RT al decreto-legge n. 95 del 2012. Considerando che tale decreto-legge e la legge di stabilità per il 2013 – concludono i tecnici - operarono interventi analoghi a quello in esame, si ritiene di dedurre logicamente una sovrastima dell'ammontare di spesa cui sono correlati i risparmi indicati nella presente RT ovvero l'inefficacia sul contenimento della spesa di tale tipologia di interventi”.
Anche sulla riduzione dei dispositivi medici i tecnici estendono le stesse perplessità. E sottolineano come “La possibilità effettiva di realizzare la correzione di spesa prospettata appare poi condizionata dal livello di tale correzione, che già nel 2016 dovrebbe attestarsi sul 9% annuo (quindi quasi il doppio di quanto previsto per la spesa per beni e servizi di cui alla lettera
a)), soprattutto considerando che nell'arco di 2 anni si è già registrato un calo di tale aggregato di spesa da 7 a 5,7 mld di euro circa”.
Anche sulla previsione del pay back in caso di sforamento del tetto per i dispositivi medici, i tecnici avanzano dei dubbi sostenendo che “andrebbe valutata la sostenibilità del complesso della correzione operata nel settore
de quo per le imprese interessate, da valutarsi unitamente” alle altre disposizioni previste per il settore.
Riduzione delle prestazioni inappropriate - Articolo 9-quater
Per quanto riguarda i tagli alle prestazioni di riabilitazione e specialistiche “inappropriate” i tecnici del Senato non hanno nulla da obiettare nel merito delle disposizioni ma avanzano anche in questo caso dubbi sulla tempistica dei risparmi per l’anno 2015. I tecnici del Bilancio affermano poi che "attesa la prudenzialità delle stime, nel presupposto dell'efficacia dei meccanismi sanzionatori previsti, andrebbe tuttavia chiarita l'origine del dato relativo alla riduzione dei costi variabili connessi alla minore erogazione delle prestazioni di assistenza specialistica, stimato pari a circa il 30%. Si sollevano tuttavia perplessità in ordine alla conseguibilità dei risparmi nella misura indicata nella RT per l'anno in corso, alla luce dei tempi di effettiva vigenza della disposizione, come peraltro evidenziato dalla stessa RGS".
Rideterminazione del livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale - Articolo 9-septies
Stesso discorso per i risparmi attesi dai nuovi standard ospedalieri e dalla chiusura delle convenzioni con le casi di cura come meno di 40 posti letto previsti dall’Intesa sui quali, oltre al fattore tempo, si avanzano però anche altri dubbi.
“Posto che parte dei risparmi risulta espressamente associata alle misure di riduzione e contenimento dei posti letto determinate ai sensi del D.P.R. n. 70 del 2015 e che la RT fornisce le coordinate e gli elementi di massima conseguenti in termini di efficientamento delle strutture nonché gli effetti di risparmio connessi alla riduzione dei compensi accessori dovuti al personale sanitario dislocato presso strutture semplici e complesse del S.S.N. – scrivono i tecnici - all'uopo considerando le differenze intercorrenti negli ambiti della contrattazione regionale, sembrerebbe utile l'acquisizione di un dimensionamento dei risparmi stimati in relazione alle platee di personale interessato, fornendosi a tal fine la specificazione dei profili professionali di appartenenza e degli ammontari corrispondenti, in conto minori spese, su base annuale”.
“Andrebbero poi forniti – scrivono ancora i tecnici - elementi a supporto dei risparmi indicati dalla RT in rapporto all’aumento del tasso di occupazione dei posti letto, alla riduzione della durata della degenza media e del tasso di ospedalizzazione (quantificati in 130 mln di euro per il 2015 e 171 mln annui dal 2016), nonché alla revisione della programmazione degli investimenti relativi ai cespiti acquistati con contributi in conto esercizio (300 mln di euro nel 2015). Anche in relazione a tali risparmi si solleva la questione inerente i tempi disponibili per l'attuazione degli interventi nel corso del 2015”.
Organizzazione e funzionamento dell'Agenzia italiana del farmaco - Articolo 9-bis
I dubbi più foreti del Servizio Bilancio sono sulla previsione dell’assunzione di 241 unità entro il 2018 che l’emendamento del governo prevede ai fini del dell’efficientamento dell’Agenzia del farmaco.
“
In primis– scrivono i tecnici - va innanzitutto segnalato che l'ultimo periodo del comma 1 prevede che l'Agenzia, nella more della finalizzazione del piano assunzionale, possa prorogare, nel rispetto dei vincoli finanziari, i contratti in essere a tempo determinato, fino alla data del 31 dicembre 2017. Sul punto, occorre sottolineare che il differimento della scadenza dei contratti a tempo determinato non può essere a rigore considerato come "neutrale" secondo il criterio della legislazione vigente, dal momento che gli stanziamenti previsti in bilancio secondo il medesimo dovrebbero recare la copertura solo sino alla scadenza dei medesimi, non potendo scontare alcun rinnovo”.
“Ne segue che la considerazione degli effetti di una proroga nell'ambito dei saldi tendenziali – sottolineano - farebbe ritenere che la costruzione dei medesimi stanziamenti sia stata effettuata secondo il criterio delle cd. "politiche invariate" piuttosto che secondo quello della legislazione vigente. Il previsto rinnovo dei contratti a tempo determinato deve pertanto essere corredato dalla quantificazione dei relativi effetti finanziari ed accompagnati dalla indicazione della relativa, distinta copertura finanziaria”.
Venendo poi al tema delle nuove assunzioni, i tecnici del Senato, segnalano che la relazione tecnica all’emendamento “non fornisce un quadro dettagliato delle retribuzioni annue corrispondenti, né indica le componenti retributive principali, indennitarie ed accessorie corrispondenti ai livelli di inquadramento”.
Sul punto, aggiungono, “andrebbe perciò richiesto il dettaglio illustrativo dei parametri e dati utilizzati nel calcolo della spesa annua, al netto e al lordo della componente contributiva a carico dell'erario, con l'indicazione delle relative aliquote applicate”.
Ma dubbi vengono espressi anche sui risultati attesi dalle nuove assunzioni in riferimento alla maggiore produttività dell’Aifa. Per i tecnici servirebbe infatti avere altri dati “da cui sia possibile trarre solide conclusioni in merito ai prevedibili incrementi del volume di attività, in conseguenza dei previsti incrementi di organico” a conferma “alla affermazione che l'aumento dell'organico nel 2016/2018 comporterà un incremento del numero di ispezioni di almeno il venti per cento in tre anni”.
“In termini analoghi – scrivono i tecnici del Senato - andrebbero richiesti elementi confermativi in merito al previsto incremento delle voci di entrata del bilancio dell'Autorità nel triennio 2016/2018 e a decorrere”.
Un punto questo centrale dei dubbi espressi dal Servizio Bilancio, che sembra non essere troppo convinto della copertura dei nuovi oneri per le assunzioni da parte “dei soli proventi delle tariffe applicate agli operatori di mercato da parte dell'AIFA” e sul quale si vorrebbero per questo maggiori chiarimenti dal Governo.