Anche la Commissione giustizia della Camera ha espresso il suo parere, favorevole, al disegno di legge sul testamento biologico. Certo, ci sono delle osservazioni che però spetta alla commissione competente, la XII Affari sociali, valutare se recepire oppure no prima di predisporre il testo che andrà votato dall’intera assemblea di Montecitorio.
La commissione giustizia presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno si è espressa favorevolmente attraverso i voti di Pdl, Lega, Udc e Fli. Contrario solo il Pd poiché l’Italia dei valori ha scelto di non fare dichiarazioni di voto.
La Bongiorno, che è anche stata relatrice del testo, pur dichiarandosi “personalmente critica” sul provvedimento ha comunque svolto un ruolo di mediazione e alla fine il lavoro di sintesi ha trovato una soluzione condivisa tra la maggior parte dei gruppi.
“Abbiamo fatto alcune osservazioni per consentire un approfondimento – ha osservato la Bongiorno – . La mia relazione iniziale era molto critica sulla legge, perché penso non vada messa in discussione l’autodeterminazione dell’individuo. Alla fine, dopo un’ampia discussione, abbiamo votato un parere condiviso che invita la commissione di merito ad approfondire alcuni aspetti come quello sulla vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento e l’opportunità di far precisare che la revoca del consenso informato al trattamento sanitario debba essere inserita nella cartella clinica”.
Sulla natura delle osservazioni è Rita Bernardini, radicale eletta nelle liste del Pd, ad entrare nel merito “Si tratta di osservazioni - ha spiegato allAsca la deputata Pd – che non sono condizioni poste alla commissione Affari Sociali, ma solo osservazioni che la commissione può scegliere o meno di fare proprie”.
In particolare, “si chiede alla Commissione di valutare l’opportunità di precisare che la revoca del consenso informato al trattamento sanitario debba essere annotato nella cartella clinica”.
“In merito all'articolo 3 comma 1 – ha spiegato la Bernardini – si chiede alla Commissione di valutare l’opportunità di prevedere che il contenuto delle dichiarazioni anticipate di trattamento si riferisca solo ai trattamenti sanitari ai quali il dichiarante non vuole essere sottoposto”.
E ancora: “in merito all’articolo 3 comma 2, l’opportunità di chiarire come si dovrebbe risolvere il caso in cui il trattamento deve essere interrotto e non semplicemente non attivato”.
Infine, ha concluso Bernardini, “all'articolo 4 si chiede alla Commissione di valutare l’opportunità di prescrivere la vincolatività della volontà espressa nella dichiarazione anticipata di trattamento, nei limiti previsti dal ddl”.
In conclusione l’avvocato Bongiorno ha riferito che in occasione del, voto previsto per marzo, “Fini ha già detto che lascerà il massimo di libertà di coscienza in aula”.