Spesa in aumento dello 0,9% nel 2014 (a quota 111 mld) rispetto al 2013 e perdite che si dimezzano a quota 770mln grazie soprattutto alle Regioni in Piano di rientro. Nonostante il limitato incremento rispetto al 2013 la spesa complessiva si è mantenuta al di sotto del valore nominale confermando il processo di stabilizzazione intorno al 7% in rapporto al Pil. Questi alcuni numeri e considerazioni che la
Corte dei conti evidenzia nel Rapporto di coordinamento di Finanza Pubblica 2014 in n capitolo ad hoc dedicato alla Sanità.
La Corte però, pur confermando i “progressi nel riassorbimento degli squilibri finanziari in sanità” evidenzia come “il settore sanitario si trova oggi di fronte a scelte ancora impegnative anche dal punto di vista finanziario” e “tardare ne rispondere” alle problematiche “può rischiare di incidere negativamente sulle aspettative della popolazione e di alimentare nuovi squilibri”.
Per i giudici, infatti, “il solo parziale successo delle misure di contenimento dei costi introdotte dal Dl 95/2012, segnala da un lato, il persistere di limiti nell’appropriatezza e nell’organizzazione dell’offerta sanitaria e dall’altro la difficoltà di intervenire su elementi importanti dell’offerta sanitaria senza rischiare di aggravare, almeno nel breve periodo, le ripercussioni che il risanamento finanziario sta producendo sui servizi resi”.
Per i giudici contabili “pur scontando ancora margini di recupero di efficienza al suo interno, deve affrontare costi crescenti per garantire l’accesso a farmaci e tecniche di cura innovative e offrire adeguata assistenza ad una popolazione sempre più longeva. La programmazione di risorse contenuta nel Patto, seppur rivista in riduzione a fronte delle esigenze finanziarie, poteva consentire di affrontare con più facilità la riscrittura di regole importanti per dare nuove certezze per il funzionamento del sistema (revisione Lea, finanziamento delle strutture sanitarie, revisione dei criteri di riparto delle risorse tra regioni, revisione delle compartecipazioni alla spesa, un ripensamento delle esenzioni) che il nuovo patto ha posto al centro dell’agenda del governo del settore. Non marginali sono poi i passi da compiere per la individuazione delle risorse da utilizzare per l’adeguamento delle strutture e gli investimenti”.
La spesa. Giù farmaci e redditi da lavoro. Crescono ticket, privati, e assistenza territoriale
Spesa per farmaci in calo del 2,3% a quota 8,4mld. Aumenta la spesa per l’assistenza generica dello 0,4% (6,6mld) e quella per l’assistenza specialistica (Sumai, Ospedali classificati, Irccs privati, policlinici privati) del 3,1% (4,8mld).
In crescita anche la spesa per il privato (+0,6%) a quota 9,2 mld. Stabile, con +0,1% l’assistenza protesica (4mld). Cresce la spesa per altra assistenza del 4,9% pari a 6,4mld. Prosegue la discesa della spesa per redditi da lavoro dipendente dello 0,6% attestandosi a 32,8 mld.
Aumentano dell’1,1% i ticket sanitari che arrivano a quota 2,95 mld. la crescita è dovuta a quello farmaceutico (
vai allo speciale ticket) salito del 4,5% a sforare gli 1,5 mld, sceso invece quello per la specialistica del 2,2% (1,4 mld) e salito del 25% quello del pronto soccorso (50,5mln)
In crescita i costi di beni e servizi che ammontano a 33,7 mld (+2,5%). Un risultato che sembra indicare una limitata efficacia delle misure di contenimento introdotte.
Ancora indietro le Regioni in Piano di rientro. Per la Corte “se prosegue il percorso di risanamento finanziario e il progresso nel rispetto della griglia dei Lea, persistono limiti nelle aree dell’assistenza territoriale e della prevenzione. Numerose criticità per quanto riguarda le procedure di accreditamento degli operatori privati, la fissazione di tariffe e l’attribuzione di budget, che registrano ritardi nella maggior parte delle Regioni. Permangono ancora ritardi nei tempi di pagamento nelle regioni in piano. Il ritardo va dai 393 giorni della Calabria (dato in parte influenzato da pagamenti di debiti risalenti al 2007) agli 85 di e ai 68 della Puglia. Mentre l’Abruzzo riesce a pagare entro i 60 giorni previsti dalla normativa. Per quanto riguarda Piemonte, Molise, Campania e Sicilia è stato chiesto un ricalcolo.
L.F.