Ancora una volta l’intesa sui tagli alla sanità è la grande assente della Conferenza Stato Regioni indetta per domani, nonostante nell’ordine del giorno figurino ben 15 i provvedimenti di carattere sanitario. A meno che non venga inserita fuori sacco sul filo di lana. Ne abbiamo parlato con il presidente delle Regioni,
Sergio Chiamparino e la sua posizione è stata estremamente chiara: le Regioni la loro parte l’hanno fatta, cercando di limitare i danni, e quindi la palla ora è del Governo. Che forse, come ha ipotizzato il presidente delle Regioni, magari sta “valutando la possibilità di ridurre l’entità dei tagli o di riconsiderare la possibilità che una parte del Fondo sanitario possa aumentare”
Presidente Chiamparino, a meno di un colpo di scena dell’ultimo minuto, nell’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni l’Intesa sui tagli alla sanità decisi dalla manovra di stabilità non c’è. Cosa succede?
Bisognerebbe chiederlo al Governo. È ovvio che più passa il tempo e più diventa inevitabile che si riduca l’ammontare dei tagli di cui le Regioni possono farsi carico. Il problema quindi è dell'Esecutivo, e immagino che sia perfettamente consapevole della situazione.
Se una manovra di 2,350 mln è pensata per essere realizzata in dodici mesi - contando che per i primi due mesi si può prevedere un’incidenza inferiore - è lapalissiano che non sia realizzabile in quasi la metà del tempo. Do quindi per scontato che il peso della manovra si possa ridurre. Ma ripeto, la domanda va posta al Governo. Come ho già detto, noi abbiamo fatto tutte le proposte, tant’è che in sede tecnica è stato approntato un documento condiviso, o sostanzialmente condiviso, nel senso che non c’erano più argomenti con differenziazioni marcate. Evidentemente il Governo starà facendo delle valutazioni politiche tese a ridurre il carico della manovra sulla sanità. E questo io non posso che considerarlo positivamente.
Secondo il Presidente del Veneto, il vero motivo alla base di questo continuo rinvio è che il Governo non vuole chiudere un’intesa così delicata alle soglie delle prossime elezioni regionali. Secondo lei?
Tutti sono in fase pre elettorale, sia centro sinistra, sia centro destra. La mia deduzione personale è che il Governo alla luce della situazione economica stia valutando la possibilità di ridurre l’entità dei tagli o di riconsiderare la possibilità che una parte del fondo sanitario possa aumentare. Ma ripeto sono domande che bisognerebbe porre al Governo non alle Regioni. Noi la nostra posizione l’abbiamo presa proprio attraverso un documento tecnicamente condiviso che, ovviamente, più passa il tempo più è da rivedere. Quello che si fa in otto mesi, non lo si può fare in cinque.
Presidente, ma perché tagliare proprio la sanità, non c’erano altri settori che avrebbero potuto essere interessati?
Questo è un tema che abbiamo già ampiamente sviscerato. L’entità totale dei tagli decisi dalla stabilità se incentrata tutta sull’extra sanità, che se non erro vale poco più di 30mld in tutto, avrebbe voluto dire tagliare circa il 15%, cosa in alcun modo sostenibile. I dati sono abbastanza chiari. L’aritmetica non è un’opinione. E mi sembra francamente stucchevole che si continui a mettere sotto accusa le Regioni come se fossero state loro a imporre i tagli. Le Regioni li hanno subiti e stanno cercando di limitare il danno.
Ester Maragò