Includere anche le persone con coinfezione Hiv-Hcv, sulle quali l'epatite C evolve più rapidamente e con esiti peggiori, tra quelle che possono avere accesso rapido e preferenziale in merito alle nuove terapie farmacologiche per l'epatite C cronica. Questo il contenuto di un'interrogazione presentata a prima firma dalla capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla Camera,
Donata Lenzi, indirizzata al ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin.
“In ragione della maggior progressione della malattia in chi ha l’Hiv - scrive Lenzi - bisogna trattare urgentemente con i nuovi farmaci tutti i pazienti coinfetti HIV/HCV, indipendentemente dal grado di fibrosi, ossia di progressione del danno epatico (quindi anche F0, F1, F2, e non solo, come accade ora, le forme gravissime F4 e, solo talvolta, F3)”.
Nel testo si richiede quindi a Lorenzin di intervenire nei confronti dell'Agenzia italiana del farmaco "al fine di far valere quanto contenuto nei più importanti documenti di indirizzo nazionali ed internazionali e, dando così accesso a questi farmaci salvavita a chi oggi non ne ha con conseguenze gravissime sulla propria salute".