"La Proposta di legge sull'Atto medico è ormai vicina all'assegnazione. In questo momento sto apportando alcuni ultimi ritocchi e poi sarà calendarizzata". Nessun passo indietro, dunque, da parte di
Vittoria D'Incecco (Pd) che, nonostante le numerose critiche ricevute, continua per la sua strada e tende una mano verso gli infermieri: "La mia proposta non va contro nessuno ed è aperta a miglioramenti, sarebbe bello coinvolgere anche gli infermieri". In quest'intervista, la deputata Pd ci spiega come sia possibile un'ampia convergenza sul testo in commissione Affari Sociali alla Camera. Tra le ipotesi, anche il possibile inserimento della proposta - come emendamento - all'interno del Disegno di legge sulla responsabilità professionale.
Onorevole D'Incecco, come mai ha pensato di fare un disegno di legge sull'atto medico?
L'ho ritenuto necessaria in vista delle nuove regole contenute nel Patto per la salute, laddove si prospetta un approccio sempre più multidisciplinare nei confronti del paziente. A mio avviso diventa a questo punto necessario definire in maniera chiara e netta le funzioni e le responsabilità che competono ad ogni professionista coinvolto in questo processo.
Si aspettava tutto questo 'rumore' intorno alla proposta? Ad oggi si sono registrate molte posizioni contrarie e solo alcuni consensi.
Voglio precisare, innanzitutto, che ritengo prezioso e indispensabile il ruolo di tutti gli operatori sanitari. La mia proposta di legge non va contro nessuno. L'intenzione è soltanto quella di definire in maniera inequivocabile i confini e le competenze dei professionisti. Confesso che, avendo agito in totale buona fede, non ho mai pensato che qualcuno potesse offendersi per questo testo. Si vuole fare solo ordine e chiarezza. Nessuno hai mai pensato di voler ridurre quello che, ad esempio, gli infermieri hanno conquistato sul campo in questi anni in termini di formazione e competenze. Anzi, voglio sottolineare che la proposta di legge è aperta a miglioramenti. Sarebbe bello coinvolgere anche gli infermieri. Definire in maniera chiara le responsabilità è una tutela per tutti, non solo per i medici.
La neopresidente Fnomceo Chersevani, subito dopo la sua elezione, ha detto che in fondo, per definire ruoli e responsabilità, potrebbe bastare il codice deontologico. Cosa ne pensa?
Non sono d'accordo con la presidente Chersevani. La norma contenuta nel codice è troppo fumosa, non definisce in maniera chiara il campo delle funzioni e responsabilità che competono al medico.
Il responsabile sanità del suo partito, Federico Gelli, sembra aver preso un po' le distanze dalla sua proposta. Vi siete sentiti?
Con Gelli ho un rapporto quotidiano. La sua non è stata una presa di distanza. Ha voluto solo prendere più tempo per poter riflettere con attenzione su questa materia, avendo al momento in ballo provvedimenti più importanti.
Quali saranno le prossime mosse? Ha già parlato anche con deputati di altre forze politiche per cercare convergenze?
Sì, in commissione Affari Sociali ho già ricevuto aperture da parte del presidente
Pierpaolo Vargiu e da
Benedetto Fucci. Penso sia possibile un'ampia convergenza sul testo.
Considerando i tempi parlamentari, si ritiene ottimista? Di responsabilità professionale, ad esempio, se ne parla da legislature ma è ancora tutto fermo.
Su questo sono ottimista. Sulla responsabilità professionale siamo a buon punto. C'è anche la possibilità che la mia proposta di legge venga inserita, come emendamento, all'interno proprio del disegno di legge sulla responsabilità professionale. E' un'ipotesi attualmente allo studio del Comitato ristretto.
A lei andrebbe bene anche questa ipotesi?
Assolutamente sì. L'importante è raggiungere l'obiettivo e chiarire competenze e responsabilità.
Giovanni Rodriquez