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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Governo e Parlamento

Def 2015. Intervista a Giulia Grillo (M5S): “Taglio di 2,6 mld a sanità è inaccettabile. Regioni sono corresponsabili. Si vuole andare verso privatizzazione ‘soft’ del Ssn”

di Giovanni Rodriquez
immagine 22 aprile - Per la capogruppo in commissione Affari Sociali la tenuta del sistema è in pericolo e il Patto della Salute rischia di diventare un 'libro dei sogni'. Dove si troveranno i fondi per finanziare i nuovi Lea e garantire l'accesso ai farmaci innovativi? Dure le critiche al Governo per la scarsa attenzione alle politiche sociali: "Il fondo si è ridotto dell'80% in 10 anni". E sulla corruzione in sanità: "Si ostacola l'avvio di una commissione d'inchiesta"
Il taglio di 2,6 mld alla sanità mette in pericolo la tenuta del sistema e rischia di far diventare il Patto della Salute un 'libro dei sogni'. Con un'ulteriore riduzione di risorse, dove si potranno trovare ora i fondi per finanziare i nuovi Lea, garantire ai cittadini l'accesso ai farmaci innovativi, per non parlare dell'Health technology assessment e delle risorse per le non autosufficienze? E' quanto si chiede la capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali alla Camera, Giulia Grillo, alla vigilia dell'approdo del Def nell'Aula di Montecitorio.

Onorevole Grillo, il M5S nella giornata di ieri ha votato contro il parere favorele al Def. Ci spiega cosa non vi è piaciuto in questo documento?
Come si può approvare un testo che, per l'ennesima volta, sancisce un'ulteriore riduzione di fondi per la sanità? Il taglio di 2,6 mld che si apprestano a concludere Governo e Regioni è inaccettabile. Si tratta d una cifra enorme e le conseguenze saranno molto gravi. La verità è che si è arrivati a questo perché il Governo non ha avuto il coraggio di inserire questi tagli all'interno della legge di Stabilità. Se poi consideriamo anche la riduzione per il 2016, la cifra aumenta e si arrivia a 5 mld.

Secondo lei le Regioni potevano comportarsi diversamente?
Le Regioni sono corresponsabili di quanto sta accadendo. Le risorse da recuperare potevano essere facilmente individuate altrove. Come ha suggerito lo stesso direttore di Quotidiano Sanità, ad esempio, i consiglieri regionali potevano ridursi gli stipendi, o ancora potevano rinunciare almeno a parte delle consulenze esterne. Vorrei poi capire che fine hanno fatto le proposte di Cottarelli. I margini per ottenere risparmi esistono. Non era necessario toccare ancora una volta la sanità. Lo si è voluto fare.

Secondo lei come mai si è voluto intervenire ancora una volta in questo settore?
L'obiettivo mi sembra chiaro. Già nei precedenti Def si parlava di un Servizio sanitario nazionale non più sostenibile, si diceva di voler andare verso un universalismo selettivo. Si vuole andare verso una privatizzazione 'soft' del sociale e della sanità. Non a caso continuano a martellarci parlando di un Servizio sanitario insostenibile nonostante, di fatto, costi meno rispetto a quello degli altri Paesi europei. Il punto è che se questo fosse davvero l'obiettivo 'nascosto' che si vuole perseguire, il Governo avrebbe una visione miope della situazione. La spesa dei cittadini difficilmente si sposterà verso i gruppi privati. A causa della crisi, infatti, le persone finiranno per rinunciare sempre di più alle cure.

Insomma, il Ssn per come lo conosciamo è a rischio?
E' tutto a rischio. Già oggi, di fatto, lo Stato non garantisce i Livelli essenziali di assistenza ovunque, figuriamoci come potrà farlo ora con 2,6 mld di risorse in meno.

Anche il Patto della salute allora è a rischio?
Ma certo. Rischierà di trasformarsi in un 'libro dei sogni'. Con quali risorse si potranno finanziare i nuovi Lea che pressuppongono una maggiore spesa di 450 milioni (in realtà, a conti fatti, circa 1 miliardo)? Con un taglio di 5 mld nel biennio 2015-2016, dove si potranno trovare i fondi necessari per garantire l'accesso ai farmaci innovativi? Senza parlare dell'Health technology assessment. Rischia di restare tutto fermo al palo. Lo stesso discorso possiamo allargarlo al Ddl sull'autismo. Si tratta di una 'legge spot' visto che non sono previsti finanziamenti. Il timore è che servirà ad agevolare tutta una serie di strutture private. Forse bisognerebbe lavorare sulla reale applicazione delle leggi esistenti, basti pensare alla legge 104/92. Il problema è il futuro incerto dei soggetti autistici una volta raggiunta l'età adulta.
 
In precedenza lei richiamava il rischio di una deriva privatistica anche per il sociale. Come mai?
In circa dieci anni il fondo nazionale per le Politiche sociali si è ridotto ad oggi di circa l'80 per cento. Nel 2004 lo stanziamento complessivo è stato di 1,884 miliardi di euro. E questa cifra rappresenta il massimo mai investito nel Fondo. La legge di stabilità 2015 fissa il fondo a 300 milioni di euro annui per il periodo 2015–2019, come conferma ancora drammaticamente questo Def, con una sempre più crescente compartecipazione delle Regioni. Lo stesso discorso vale per il Fondo per le non autosufficienze: la legge di Stabilità ha stanziato 400 milioni per il solo 2015 solo per la sollevazione popolare e mediatica dovuta all'iniziativa 'Ice Bucket Challenge', dal 2016, tuttavia, la stessa legge di stabilità riconduce il Fondo al regime di 250 mln annui, una cifra davvero irrisoria.
 
Un'ultima domanda, abbiamo pubblicato oggi un'indagine della Fasi secondo la quale la lotta agli sprechi e alla corruzione è al primo posto tra le preferenze degli italiani. Cosa ne pensa?
Come Movimento 5 Stelle, è da tempo che stiamo forzando per avviare una commissione d'inchiesta sulla corruzione in sanità. E' notizia di oggi lo scioglimento dell'Ao di Caserta per mafia. Si tratta di un problema serio sul quale abbiamo intenzione di far luce. Purtroppo stiamo incontrando un certo ostruzionismo da parte di altri membri della commissione, ma non demordiamo.

Giovanni Rodriquez
22 aprile 2015
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