Il disegno di legge per la riforma del Terzo settore, dopo le modifiche approvate alla Camera, “definisce in modo più dove interverranno i successivi decreti delegati del governo, e preserva il ruolo peculiare del volontariato e il suo carattere gratuito”. Tuttavia, però, “conferma norme che snaturano l'impresa sociale, accentuandone il carattere commerciale". E’ il giudizio espresso da
Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil.
“Con questo provvedimento - continua Lamonica - si allarga anziché restringere la possibilità di agire per imprese profit, con il serio rischio che irrompano logiche di mercato nei servizi del welfare, già duramente colpito dai tagli alla spesa per la protezione sociale". Per la dirigente sindacale vi è poi "un’altra grave mancanza, da colmare in quanto mina un tratto distintivo dell'impresa sociale: devono essere riconosciuti ruolo e diritti dei lavoratori con strumenti adeguati quali informazione, consultazione, contrattazione e clausole sociali".
"Per questi motivi - conclude Lamonica - nel corso della discussione parlamentare al Senato continueremo ad insistere sulle proposte di modifica presentate da Cgil, Cisl e Uil".