Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil, attacca frontalmente l’Aiop, che ieri era intervenuta in merito asul confronto tra Regioni e Governo sull’impatto dei tagli richiesti dalla Legge di Stabilità. “Facile dare lezioni di imprenditoria – sottolinea una nota del sindacato - se si è in condizione di creare profitti mentre si pretende di socializzare le perdite”.
La Cgil ribadisce la ferma contrarietà “all'uso spregiudicato del welfare come bancomat. Le risorse sono necessarie per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini, visto che interi pezzi del sistema sono al collasso. Per questo siamo convinti che le Regioni debbano opporsi con maggiore determinazione a ulteriori riduzioni del finanziamento del Fondo Sanitario”.
Taranto osserva che la sanità privata costa meno di quella pubblica, “principalmente perché non garantisce tutte le prestazioni del pubblico, con un'accentuata tendenza all'assunzione dei DRG più remunerativi e a minor costo. E poi, fatto non trascurabile, perché eroga salari più bassi, per giunta fermi al 2007. Organici ridotti, turni di lavoro massacranti nelle case di cura private, impossibilità di usufruire persino delle ferie”.
L' Aiop, sottolinea la Cgil, ha sottoscritto un nuovo contratto per le Rsa anche sanitarie, “che abbatte salari e diritti, con organizzazioni sindacali di comodo, non rappresentative dei lavoratori. É facile spendere meno quando non si rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori. Questo non significa che nella organizzazione della sanità pubblica non vi siano sprechi da combattere. Ma le risorse che possono essere risparmiate, dai ricoveri impropri a una più capillare risposta territoriale da mettere in campo, devono essere reinvestite nel potenziamento del sistema pubblico”.
Taranto ricorda infine che il sindacato di Corso Italia non accetterà “il ricatto occupazionale che Aiop paventa di fronte ad ogni problema, o quando vuole ottenere qualcosa. Si rinnovi il contratto di lavoro, si accettino regole certe per gli accreditamenti, che tengano conto anche delle dotazioni di personale e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Solo così – conclude la nota - la sanità privata potrà essere un interlocutore credibile”.