“La decisione del Ministro Orlando di non ritardare più la chiusura degli Opg mi ha fatto venire in mente, immediatamente, la frase di San Giovanni di Dio, quando spiegava agli spagnoli del XVI secolo perché si dovessero assistere i pazzi: diceva ‘Fate del bene, fratelli, a voi stessi’”, commenta così
fra Marco Fabello, direttore generale dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia, le
affermazioni di ieri alla Camera del ministro della Giustizia.
“Nella società dell’efficienza e della competizione non c’è nessuno di più lontano di un malato di mente che ha compiuto un crimine e che ha violato le regole della società – prosegue - e la scelta del governo di superare il modello degli ospedali psichiatrici giudiziari, un modello che oggi non funziona, è un’assunzione di responsabilità verso i più “impresentabili” tra tutti i sofferenti”.
“Dimettere un paziente condannato per un crimine implica una attento percorso di valutazione”, ricorda tuttavia
Gian Marco Giobbio, direttore medico di due centri dei Fatebenefratelli che accolgono persone dimesse da Opg. “I pazienti vanno selezionati in relazione alla possibilità di affrontare o meno un percorso terapeutico riabilitativo in condizioni di ridotta custodia e vigilanza. Se ciò non è possibile, perché il paziente necessita di una vigilanza completa – dice ancora Giobbo - dovrebbe essere inviato dall’Opg a una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza sanitarie, le Rems che le Regioni dovrebbero realizzare… Evidentemente, esiste un ritardo ma il ministro fa bene a non temporeggiare in quanto, oggi, solo l’Opg di Castiglione delle Stiviere è organizzato secondo un modello riabilitativo mentre tutti gli altri garantiscono solo assistenza clinica e privilegiano il principio della custodia, esponendo il sistema sanitario a polemiche e problemi”.
“La riabilitazione di un paziente di questo tipo è complessa – conclude Giobbio – in quanto si tratta di persone prive di rete sociale con la necessità di ricostruire un tessuto socio relazionale partendo spesso da zero. E’ provato che quando il paziente proveniente da un Opg è curato adeguatamente e viene reinserito in quella rete cessa di compiere reati, che sono secondari allo stato di abbandono e alla psicopatologia presente nel soggetto”.