Questa mattina il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin e quello dell'Istruzione,
Stefania Giannini, hanno incontrato presso il Ministero della Salute i rappresentati delle Regioni per discutere dell'ipotesi di attuazione dell’articolo 22 del Patto della Salute (Gestione e sviluppo delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale).
Nel corso della riunione sono state discusse alcune proposte del Governo fra cui quella che prevede la creazione, ferma restando la selezione nazionale degli specializzandi, di Reti Regionali di Formazione dei giovani medici, realizzate attraverso sia strutture universitarie che strutture ospedaliere, all’interno di specifiche convenzioni e con il presupposto di un meccanismo di accreditamento rigoroso. Gli standard di formazione rimarrebbero comunque nazionali.
I ministri Lorenzin e Giannini hanno condiviso un primo testo acquisendo i pareri dei rappresentanti regionali che verranno formalizzati in vista della prossima riunione del Tavolo prevista la prossima settimana per la stesura definitiva del testo.
Dalle bozze che siamo in grado di anticipare emerge chiaramente la decisione del Governo di rinunciare a quel “doppio canale” di accesso al Ssn, previsto nella prima bozza, che aveva fatto insorgere sindacati e associazioni professionali dei medici.
Nel
vecchio testo (
lettera a, punto 1), infatti, si prevedeva che al Ssn si potesse accedere direttamente anche dopo laurea e abilitazione in medicina e senza specializzazione ma con trattamento economico inferiore e senza qualifica dirigenziale.
Nel nuovo testo, che lo ricordiamo non è ancora quello definitivo (
in allegato abbiamo pubblicato due ipotesi ancora provvisorie), il “doppio canale” sparisce e al suo posto si prevede un nuovo iter per le specializzazioni con la nascita delle reti regionali formative “ospedale/università” e (
ma solo nella bozza a) anche la creazione di un nuovo contratto di formazione e lavoro a partire dall’ultimo biennio di specializzazione.
Conseguentemente la delega prevede che sia rivista anche la normativa concorsuale di accesso alla dirigenza del Ssn, valorizzando l’attività prestata nell’ambito del contratto di formazione e lavoro.
Resta, invece, invariata (in entrambe le nuove bozze allegate) rispetto al vecchio testo la seconda parte del documento nella quale si sottolinea la necessità di individuare standard di personale, al fine di determinare il fabbisogno di professionisti dell’area sanitaria tenendo conto:
1) di parametri qualitativi e di efficienza di utilizzo delle risorse umane;
2) degli obiettivi e dei livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
3) delle reti di offerta territoriali ed ospedaliere e del loro sviluppo
4) dei cambiamenti della domanda di salute, legati in particolare alle modifiche demografiche ed epidemiologiche;
5) della evoluzione tecnologica;
6) dello sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari.
Il Governo dovrà, infine, individuare, per assicurare l'erogazione dei Lea e la sicurezza delle cure, specifiche misure per la stabilizzazione del personale precario, attraverso concorsi, anche tenendo conto della riorganizzazione delle rete dei servizi.