"Non condivido l'entusiasmo del ministro Lorenzin e della senatrice De Biasi, presidente della commissione sanità del Senato, per l'inserimento del comma 298 dell'articolo 1 della cosiddetta legge di stabilità. A prescindere da ogni considerazione di merito, si tratta di un esempio paradigmatico di stravolgimento delle regole che disciplinano il processo di formazione delle leggi. Inserire nelle legge di stabilità un comma che disciplina una materia priva di rilevanza economica ma densa di implicazioni giuridiche (per alcuni anche etiche) risponde all'esigenza incoffessabile di evitare una discussione potenzialmente difficile sulla tema, delicatissimo, del rapporto genitori-figli naturali". Questo il commento del deputato di Scelta Civica,
Giovanni Monchiero, componente della commissione Affari Costituzionali della Camera.
"Del resto sei mesi fa, dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, il ministro aveva annunciato l'intenzione di disciplinare organicamente la materia. Il fatto che tale buon proposito sia rimasto - come spesso accade - inattuato, non giustifica un intervento minimale che all'apparenza favorisce la fecondazione eterologa ma, in sostanza, non rimuove le problematiche che la giurisdizione ordinaria solleva quotidianamente in tale delicata materia, con il risultato, forse non voluto, di scoraggiarla.Quando le norme nascono di soppiatto, senza approfondimento, e lasciano il dubbio di rispondere a finalità contrarie rispetto a quelle dichiarate - conclude Monchiero - non c'è niente da gioire".