Ecco l'intervento del ministro riguardante l'epidemia di Ebola nel corso del meting europeo con gli altri ministri della Salute.
Cari colleghi, l’attualità ci pone di fronte all’epidemia di Malattia da virus Ebola che sta colpendo alcuni Paesi del Continente africano. Abbiamo pertanto deciso di dedicare una sessione a questa questione.
Si tratta della più grave epidemia di tale malattia da quando essa si è manifestata per la prima volta nel 1976.
Tutti conosciamo i numeri dell’epidemia: i dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di cinque Paesi coinvolti, con circa 5.000 casi (tra confermati, probabili e sospetti) e 2.500 decessi.
Il rischio di diffusione della Malattia da virus Ebola in Europa è considerato molto basso da tutti gli esperti, ma ciò non riduce la necessità di tener alta la guardia, soprattutto riguardo ad alcuni aspetti. Questa è anche la prima occasione nella quale viene applicata la Decisione 1082 del 2013, dal momento che le malattie trasmissibili ricadono nell’ambito della sua applicazione (art. 2).
Su questa materia è stato svolto, sin dalla primavera scorsa, quando l’epidemia si è manifestata, un importante lavoro da ciascun Paese, nell’ambito delle proprie dirette responsabilità e sulla base di un’analisi dei rischi, ma anche a livello comunitario, attraverso il Comitato per la sicurezza sanitaria (Health Security Committee), previsto dall’articolo 17 della decisione, e con il contributo dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control).
E’ inutile ricordare che, in particolar modo l’Italia, per il ruolo che sta svolgendo come porta d’Europa per i flussi di migranti, si trova anche a dover gestire i timori, per lo più infondati, che attraverso i migranti possa essere importata nel Continente la malattia.
Per questo motivo abbiamo ancor più rinforzato il meccanismo di controllo che già avevamo in atto, partecipando con nostro personale sanitario all'operazione Mare Nostrum, ed allertate tutte le Amministrazioni dello Stato che fanno parte del dispositivo di sicurezza sanitaria e che si occupano del recupero dei migranti, dell’eventuale trasporto di sospetti e campioni biologici in condizioni di biocontenimento, del ricovero e delle cure, della diagnosi di laboratorio e di ogni altro aspetto correlato alla gestione di pazienti affetti da una malattia così grave o sospetti di esserlo.
Peraltro, in questo campo l'Italia vanta significativi risultati sul piano organizzativo e scientifico, essendo sia uno dei non molti Paesi in grado di gestire in modo idoneo tutte le fasi dell'assistenza a questi pazienti, dalla diagnosi, al trasporto, al ricovero e alla cura, ma anche il Paese che può vantare lo sviluppo, in laboratori siti proprio alle porte di Roma, di uno dei vaccini che in queste settimane sono sottoposti a sperimentazione clinica.
Di questo vogliamo discutere in questa ultima parte della giornata.
L’aspetto principale che merita una riflessione comune è, a mio parere, costituito dalle Conclusioni del Consiglio europeo straordinario dello scorso 30 agosto, che hanno anche sottolineato l’importanza di supportare con risorse umane e finanziarie, in modo coordinato, i Paesi interessati, le ONG e l’OMS, che ha predisposto ed avviato una Roadmap specifica per una risposta coordinata e globale. In particolare c’è l’esigenza di un coordinamento per l’uso di risorse specializzate presenti nell’Unione, quali quelle dedicate al trasporto e alle cure oltre che per la realizzazione di strutture sanitarie idonee per il trattamento di tale patologia nei Paesi colpiti.
Bisognerà anche assicurare un coordinamento con le altre formazioni consiliari e i diversi servizi della Commissione che hanno un ruolo nella gestione della questione (quali difesa, cooperazione internazionale).
Vi chiedo di intervenire in proposito ma ritengo opportuno dare per primo la parola alla Commissione, anche perché ci illustri i risultati del censimento delle risorse disponibili nei diversi Stati Membri svolto in questi ultimi giorni.
Ringrazio tutti voi per i vostri interventi; per sintetizzare l’interessante discussione evidenzio che:
- prendiamo atto della severità dell'epidemia in atto in Africa occidentale, così come affermato dall'OMS, e della necessità del ricorso a risorse straordinarie per contenere e arrestarla;
- rileviamo con soddisfazione che l'OMS ha preparato una "Ebola Response Roadmap" per raggiungere tale scopo e che l'Unione Europea ha già messo a disposizione, attraverso i meccanismi di cooperazione e di aiuto umanitario ingenti risorse;
- è intenzione degli Stati Membri comunque rispondere all'appello lanciato dall'OMS, anche alla luce delle Conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 30 agosto scorso, con ulteriori risorse umane e finanziarie, attraverso gli appositi meccanismi ed organismi;
- nell'Unione, pur considerando che il rischio dell'estensione dell'epidemia ai nostri Paesi è basso, dobbiamo comunque aumentare il nostro grado di preparazione, per rafforzare la capacità di identificazione, trasporto diagnosi e cura di pazienti o sospetti. Ciò si rende necessario soprattutto nell'ipotesi dell'arrivo di qualche caso di importazione, con possibili casi secondari, o di rimpatrio di cittadini ammalatisi in Africa;
- dobbiamo predisporre e diffondere adeguate ed aggiornate informazioni al pubblico e agli operatori;
- è importante proseguire quindi un lavoro congiunto, per assicurare che l'approccio dei diversi Stati Membri sia coerente.