Se l’Istituto superiore di sanità rappresenta “uno straordinario strumento di risparmio, al servizio del Ministero, delle regioni e quindi del Paese” è altrettanto vero è urgente che questo strumento venga riformato. E le riforme devono muoversi secondo quattro direttrici ben precise. Ovvero: affrontare il problema del precariato; rafforzare il sistema di rete che mette in contatto chi fa ricerca sulla salute in Italia; definire con precisione i compiti dell’Iss e da ultimo rafforzare l'indipendenza economica dell'Istituto.
Questo è il quadro che oggi ha rappresentato
Stefano Vella, direttore del dipartimento del farmaco dell'Iss davanti ai componenti della Commissione Affari Sociali della Camera che lo hanno audito nel corso dell’indagine conoscitiva sul ruolo e sull’assetto organizzativo dell’Istituto superiore di sanità, dell’Agenzia italiana del farmaco e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e sulle prospettive di riforma.
Dunque ricapitolando Per Stefano Vella, se l’Istituto superiore di sanità rappresenta “uno straordinario strumento di risparmio, al servizio del Ministero, delle regioni e quindi del Paese”, è altrettanto vero, sempre secondo Vella che ha bisogno di “un’importante riorganizzazione e razionalizzazione interna”.
In particolare sono quattro i punti su cui agire. Per primo, a detta del direttore del dipartimento del farmaco dell'Iss occorre “partire dal risanamento del problema del precariato. Successivamente “occorre rinforzare il collegamento dell'Iss con tutti coloro che fanno ricerca sulla salute, ad esempio gli Irccs, ma soprattutto con chi queste ricerche le applica (ospedali e medicina del territorio)”.
Terzo punto è necessaria “una definizione precisa dei compiti, rispetto ad altri enti e agenzie che si occupano di sanità nel Paese, nel rispetto delle proprie peculiari caratteristiche”.
Infine, secondo il direttore del dipartimento del farmaco, “andrebbe rafforzata l'indipendenza economica dell'Iss, che è indispensabile per svolgere quel ruolo terzo di cui il nostro Paese ha tanto bisogno e non soltanto in ambito di sanità pubblica”. Tutto questo perché', ha sottolineato Vella, “l'Iss è una struttura di ricerca multidisciplinare che non ha eguali, forse nel mondo”, motivo per cui, a suo parere, “non dovrebbe essere vigilato da questo o quel ministero ma dal Parlamento, che rappresenta i cittadini, coloro per i quali - in ultima analisi - l'Iss lavora”.
Al termine dell'audizione, nel corso della quale sono stati ascoltati anche i precedenti presidenti dell'Istituto,
Fabrizio Oleari ed
Enrico Garaci, e il direttore del reparto di Tossicologia alimentare e veterinaria dell'Iss,
Alberto Mantovani, il presidente della commissione Affari sociali,
Pierpaolo Vargiu ha spiegato che “secondo quanto riferito dai due ex presidenti, quella da cui è nato il commissariamento è un'interpretazione giuridica”. Anche Oleari e Garaci, infine hanno affrontato il tema del precariato, “considerato - ha spiegato Vargiu - da una parte fisiologico, in quanto legato a progetti che cambiano, mentre una parte meriterebbe di essere assorbita il che consentirebbe di assumere delle professionalità strutturate e quindi molto utili all'Istituto. Il personale non strutturato - ha ricordato infine - è intorno a 400 unità”.