“Io credo, nello specifico, che la legge sul testamento biologico sia brutta, sia un manifesto ideologico che non ha riscontri nella linea del Partito popolare europeo. E poi è una legge fatta per dividere”. A dirlo in un intervista al
Secolo d'Italia è Benedetto Della Vedova, esponente di spicco di Futuro e libertà.
Della Vedova pur riconoscendo ai temi della biopolitica “grande rilevanza” è convinto che “non è su questo che si costituiscono le maggioranze di governo. Non accade da nessuna parte, in Europa”, ribadendo nella sostanza quanto detto da
Gianfranco Fini alcune settimane fa. E, seppur all’interno del suo ex-partito, il Pdl, si insiste molto sull’argomento, l’onorevole finiano ritiene che il Pdl non interpreti il ruolo del partito dei cattolici, anche perchè “fu lo stesso Berlusconi a dire che il Pdl è ‘anarchico’ dal punto di vista dei valori”.
Per Della Vedova la difesa di alcuni valori come la famiglia e la morale sessuale “si porta avanti testimoniando concretamente certi valori. La mia – continua il deputato di Fli – sarà forse un’ottica troppo protestante ma per me non è chi dice in continuazione ‘Signore, Signore’ che difende veramente l’etica”.
L’esponente finiano, che sui temi bioetici afferma di essere per le posizioni condivise, non esclude che “anche in Fli si potrà arrivare a una posizione comune”. Ma per fare ciò è necessario “che la politica si fermi un pò prima per lasciare spazio all’amore dei familiari e alla saggezza dei medici”.
Se però l’invocata intesa all’interno del partito finiano non dovesse esserci “non sarà certo una tragedia”. Anche perchè quello che unisce Fli, aggiunge Della Vedova, “è la visione del futuro dell’Italia. Ovvero linteresse per una politica che sappia ricreare le condizioni di crescita economica, che sappia farsi rispettare all’estero, che recuperi l’etica civile. E per etica civile intendo: non evadere le tasse, non corrompere. Insomma, sono tante le cose che ci uniscono in questo progetto”.