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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Governo e Parlamento

Il Senato approva il Ddl di riforma costituzionale. Cambia il Titolo V, la tutela della salute tra la nuove competenze statali  

immagine 8 agosto - Scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le competenze statali tra cui la salute. Alle Regioni, invece resta la competenza legislativa esclusiva nell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali regionali. È questo il cuore della riforma costituzionale che disegna il nuovo Titolo V, approvato oggi in prima lettura da Palazzo Madama. 
Con 183 voti a favore e 4 astenuti (le opposizioni Gal, Lega, Sel e M5S hanno scelto di non partecipare al voto per rimarcare le critiche alla riforma) il Ddl Boschi “recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della Costituzione” è stato approvato in prima lettura al Senato. Ora il provvedimento passa alla Camera per la seconda lettura (i Ddl di rango costituzionale devono superare quattro letture, più un referendum confermativo).
 
La novità principale tra le tante riguarda, come recita il titolo del Ddl, la revisione del Titolo V. In questo senso scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le competenze esclusivamente statali.
 Il Ddl costituzionale modifica l'art. 117 della Costituzione e interviene sull'attuale sistema di ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Il cuore della norma consiste nell'abolizione della legislazione concorrente e l'aumento delle competenze esclusive in capo allo Stato.
 
L’attuale legislazione concorrente in materia di tutela della salute viene cancellata. Allo Stato resta la competenza esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (tra cui i Lea), ma anche la competenza sulle norme generali per la tutela della salute, la sicurezza alimentare e la tutela e sicurezza del lavoro.
Alle Regioni, invece, va la competenza legislativa esclusiva nell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali regionali.
 
Inoltre, viene introdotta una “clausola di supremazia” per lo Stato per cui su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie o funzioni non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale.
 
Oltre al nuovo Titolo V nei 40 articoli che compongono il Ddl sono presenti una serie di norme: dal referendum, al numero di senatori; fino all’abolizione delle province passando per la fine del bicameralismo perfetto, che intendono ridisegnare l’assetto istituzionale dello Stato.
 
Senato dei 100
Questa è la novità di cui più si è parlato. La fine del Senato elettivo. La prossima “Camera Alta” sarà composta da
 95 membri rappresentativi delle istituzioni territoriali e
 cinque di nomina presidenziale. Saranno i Consigli regionali e i
 Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano a scegliere 
i senatori, con metodo proporzionale, fra i propri componenti. 
Inoltre ciascuna Regione eleggerà un senatore tra i sindaci dei 
rispettivi territori. La ripartizione dei seggi tra le varie
 Regioni avverrà in proporzione alla popolazione. In più nessuna Regione potrà avere meno di due senatori. La durata del
mandato dei senatori coincide con quella che si ha nei propri organi
 territoriali.

 
Fine del bicameralismo perfetto
Basta con le navette da una camera all’altra se in fase di approvazione di una legge viene cambiata anche una virgola. L’art.
70 della Costituzione quindi cambia. Montecitorio avrà competenza legislativa salvo alcune materie
 (come quelle etiche, lo prevede un emendamento approvato contro il parere del Governo) su cui dovrà 
intervenire anche il Senato. La Camera, sulla legge di bilancio, avrà l'ultima parola decidendo a maggioranza semplice 
di non conformarsi ai rilievi posti dal futuro Senato.
 
Addio alla Provincie
Vengono abolite le provincie.
 
Fiducia al Governo
Sarà Montecitorio ad avere il rapporto “fiduciaro” con l'esecutivo, votando o revocando la fiducia al Governo.
 
Ddl Governo hanno corsia preferenziale
Iter più veloce per i Ddl che riguardano l'attuazione del piano di governo con l'introduzione di una corsia preferenziale. Restano tuttavia escluse da questa le materie che sono anche di competenza del Senato, le leggi elettorali, la ratifica dei trattati internazionali e tutte quelle materie per cui è necessaria una maggioranza speciale, come le eleggi costituzionali e le leggi di contabilità.
 
Basta senatori a vita
Il Capo dello Stato può nominare senatori cittadini che abbiano illustrato, per i loro altissimi meriti, la Patria. Questi senatori durano in carica 7 anni e non possono essere nuovamente nominati. Gli unici senatori a vita saranno, d'ora in avanti, gli ex presidenti della Repubblica, che si sommeranno ai senatori di nomina presidenziale e agli attuali senatori a vita, che restano in carica a tutti gli effetti.
 
Fine indennità per senatori
La riforma prevede che l’indennità stabilita dalla legge spetti ai soli deputati.
 
Si all’immunità per i senatori
I nuovi senatori godranno dell’immunità parlamentare e non avranno, quindi, un trattamento diverso dai deputati. Resta dunque la disposizione in base a cui l'arresto, l'intercettazione e il sequestro disposto nei confronti di un parlamentare possano essere eseguiti solo se con l'autorizzazione della Camera di appartenenza
 
Indulto e amnistia
Queste sono competenze solo della Camera dei Deputati.
 
Poteri di inchiesta
La Camera potrà svolgere inchieste su materie di pubblico interesse. Il Senato invece su materie di pubblico interesse che riguardano le autonomie territoriali. Ogni Camera quindi nominerà fra i propri componenti una commissione che avrà gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.
 
Elezione e competenze del Capo dello Stato
I delegati regionali non faranno più parte della platea degli elettori del Capo dello Stato, e cambia il quorum per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. L'elezione ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Dopo il quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell'assemblea. Dopo l'ottavo scrutinio basta la maggioranza assoluta. Inoltre, con l'eliminazione dell'elezione diretta del Senato e la modifica delle sue competenze, cambiano le funzioni del Capo dello Stato. Così, ad esempio, il presidente della Repubblica potrà sciogliere solo la Camera dei deputati. E qualora il Capo dello Stato sia impossibilitato a svolgere le sue funzioni, viene sostituito non più dal presidente del Senato, bensì dal presidente della Camera. IL presidente della Repubblica potrà rinviare alle Camere, prima della promulgazione, anche singole parti di legge.
 
Cnel
È stabilita l’abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.
 
Cambia il referendum
Restano 500mila le firme necessarie per chiedere un referendum
abrogativo se però le firme arrivano a 800mila il quorum si abbassa e sarà
sufficiente che vada a votare la metà più uno dei votanti delle
ultime elezioni politiche. Sono introdotti i referendum
propositivi e d'indirizzo. Per presentare una leggi di
iniziativa popolare bisognerà raccogliere 150mila firme.

8 agosto 2014
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