L’Italia è attrezzata “per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia Ebola e contenerne la diffusione”. E’ quanto precisa una nota del Ministero della Salute, ricordando inoltre che “ l’Oms e il Centro Europeo Controllo Malattie dell’Unione Europea non raccomandano a tutt’oggi misure di restrizione di viaggi e movimenti internazionali in relazione all’epidemia di Evd in Africa occidentale”.
Allo stato attuale, in base a quanto rilevato dall’Oms, i Paesi dell’Africa occidentale affetti dall’epidemia di Malattia da virus Ebola sono Guinea (Conakry), Liberia e Sierra Leone. La Nigeria ha segnalato un caso importato, poi deceduto, relativo ad cittadino liberiano che aveva avuto contatti molto ravvicinati con un familiare deceduto per Ebola in Liberia a metà luglio.
Il Ministero della Salute italiano ha dato per tempo, e continua ad aggiornare in tempo reale, disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera – Usmaf) e sono state date indicazioni affinché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica, da parte dell’Usmaf, della situazione sanitaria a bordo. Per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità della immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell’aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale 2005.
L’Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi affetti e che altri paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti. Il Ministero spiega poi che “Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione Mare Nostrum”.
Viene infine ribadito che “il rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni elementari quali, ad esempio, evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei ed evitare il contatto con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana: evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e – conclude la nota - verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani”.