“Se dovessimo copiare l’agenda del Vaticano e farla nostra, il Polo della Nazione sarebbe morto prima ancora di nascere”. Con queste parole la deputata finiana Chiara Moroni, intervistata il 17 dicembre scorso da Klaus Davi, aggiungendo che le leggi in materia etica “non possono essere dettate da un soggetto esterno alla politica”, cioè la Chiesa, e che su questi temi ad ogni parlamentare dovrebbe essere lasciata “libertà di coscienza”.
Poche settimane fa, lo ricorderete, un altro deputato di Futuro e Libertà, Roberto Rosso si era fatto promotore di una
“lettera aperta dei laici credenti” in cui tra un no alle adozioni gay e un sì al diritto per le coppie omosessuali alla pensione di reversibilità, si cercava di spiegare che la formazione finiana non è un partito “che fa dell’anticlericalismo la sua cifra”.
Onorevole Rosso, come valuta le dichiarazioni di Chiara Moroni?
Non entro nel merito. Non le conosco e quindi non posso condividerle né dissentirne. Dico soltanto che un politico che facesse politica basandosi sull’agenda vaticana sarebbe un cattivo laico e un cattivo cristiano. Evidentemente il Vaticano deve stabilire delle regole che valgono per noi credenti nel momento in cui si fa legislazione. C’è una base comune per il legislatore che è quella del diritto naturale. Extra diritto naturale ognuno è libero di muoversi come vuole.
Quindi nessuna polemica con la sua collega di partito?
No, perchè la mia lettera aperta dice che compito della Chiesa non è fare le leggi ma dare un retroterra valoriale su cui i laici devono muoversi ognuno secondo la propria responsabilità. Ho anche aggiunto che la base è quella del diritto naturale, che non è né del Vaticano né di nessun altro.
Sullo sfondo della sua lettera aperta ai laici credenti sembrava di avvertire un timore per una possibile deriva laicista.
No, si era voluto riaffermare proprio il contrario. C’è una base di laicità totale. Ci sono credenti e non credenti. La base di laici credenti è oggettivamente più forte rispetto a quella dei laici non credenti. Ma da laici ci si comporta su una basa politica comune. Nel diritto naturale uno può starci a prescindere dal fatto che creda o non creda. Il diritto naturale era la base che lanciò il cardinale Ruini come elemento di dialogo tra credenti e non credenti in seno all’istituzione politica italiana. Io non ho fatto altro che riprendere quella base: il diritto naturale.
Due omosessuali in base al diritto naturale non potrebbero adottare un bambino. Però potrebbero benissimo avere la pensione di reversibilità, sempre in base allo stesso diritto naturale. Come vede è una posizione in qualche divergente dall’agenda vaticana che non riconosce agli omosessuali alcuna condizione di affettività tutelata dalla legge.
E l’idea della consulta che si occupi all’interno del Pdn di temi etici?
Questa la stiamo costruendo.
S. S.